Elezioni comunali, i sindaci: via la preferenza di genere
Tornare all’elezione diretta del sindaco e vicesindaco per i Comuni sotto i 1.000 abitanti, rivedere il numero dei consiglieri comunali per i piccoli Comuni, permettere al sindaco, giunto al terzo mandato di ricandidarsi, ricoprendo in giunta la carica di assessore e ancora eliminare la preferenza di genere e l’obbligo di rappresentanza di genere nelle giunte comunali. Sono alcune delle proposte di revisione della legge elettorale dei comuni che arrivano dai sindaci valdostani.
Ieri l’Assemblea del Cpel ha varato la proposta uscita dal Tavolo permanente 1 “Risorse legislative”.
“Nell’ambito della funzione propositiva di cui il Consiglio permanente è titolare, abbiamo deciso di portare, all’attenzione del Legislatore regionale, una nostra istanza di autoriforma. Guardiamo alle prossime Amministrative, che nel 2020 coinvolgeranno 67 Comuni valdostani su 74”, ha spiegato Giulio Grosjacques, coordinatore del tavolo politico. “Il nostro obiettivo principale è garantire la governabilità di tutti gli enti locali nell’arco dell’intero mandato elettorale, partendo dal ripristino dell’elezione diretta del Sindaco e del Vicesindaco, anche per i 42 piccoli Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti”.
L’Assemblea si è trovata ieri concorde nel proporre l’eliminazione della preferenza di genere, preferendo invece valorizzare la quota minima di genere nella composizione delle liste, che è stata elevata al 30%.
La proposta prevede anche la possibilità per i singoli consigli comunali di aumentare le indennità e le diarie sino a un massimo del 50%.
Allo stesso modo potranno crescere del 100% le diarie dei presidente delle Unités des Communes.
Infine i rappresentanti degli enti locali hanno condiviso di proporre al Legislatore, l’introduzione dello spoglio centralizzato, allo stato attuale solamente per il Comune di Aosta.