Elezioni tra social e web marketing: ecco come i candidati cercano il consenso in vista del voto

02 Marzo 2018

Ai tempi dei social – e se ne sono accorti, inevitabilmente, tutti – la campagna elettorale corre principalmente sugli schermi di computer e smartphone. Fuori dagli spazi cadenzati e istituzionali, i cartelli elettorali e i comizi sembrano far parte di un passato ormai lontano, specchio di una politica che fu.

Concetto che rimbomba nei contenuti, che vanno da una voglia di cambiamento di lunga data e che tutti – ma proprio tutti – vogliono portare nel panorama politico a partire dalla onnipresente o quasi “società civile” sempre più “liquida” e interpretabile.

Abbandonati i classici comizi e i vecchi cari “santini” che furono, l’ultima settimana prima delle elezioni politiche di domenica è invece tutta all’insegna di foto, video e link proposti e promossi (spesso e volentieri con campagne a pagamento sulle principali piattaforme pubblicitarie online, ndr), di ogni tipo, su ogni argomento, in ogni location immaginabile, oltre a una buona dose di gadget e oggettistica elettorale che – uno si chiede – dopo il 4 marzo che fine faccia.

Politica e programmi, certo, ma non solo: basti pensare ai candidati impegnati in un liscio al Cral Cogne, ovviamente immortalato in video, o alle serate che strizzano l’occhio a un pubblico di nicchia, come ad esempio sulla realtà virtuale, o ancora gli aperitivi di chiusura della campagna con i simpatizzanti, o i monologhi via Facebook, anche qui rigorosamente a favore di un obiettivo.

Sconfitti e vincenti sul web
La lista dei comizi è lunga, ma son i numeri sul web a mostrare la direzione della politica valdostana, definendo, con qualche giorno di anticipo rispetto allo scrutinio, i vincitori…almeno per quanto riguarda internet.

“Pour Tous”, la lista che candida Giampaolo Marcoz e Luisa Trione, dispone di un sito internet aperto per l’occasione e destinato con tutta probabilità ad essere chiuso un istante dopo lo spoglio. Sui social la partenza non è stata delle più brillanti, con la creazione di una pagina Facebook poi abbandonata a sé stessa, con 4 “Mi piace”, che rimanda a quella ufficiale: quest’ultima, ad oggi (ore 12 di venerdì 2 marzo), ha incassato 843 “Mi piace”. Su Twitter i followers sono 81 per 106 tweet postati. Su Instagram – il social del momento, nato per fare foto col cellulare e diventato ormai tutt’altro – hanno invece 53 post e 74 followers. Il duo sostenuto da Alpe, Stella Alpina, PNV-Area Civica, ha dominato comunque la scena social e non, sul web, grazie alle inserzioni pay per click su Facebook e Instagram da una parte, e su Google Adwords, con campagne display e video dall’altra. Solo l’urna ci dirà se i soldi investiti – presumibilmente tanti – saranno serviti.

Favre e Lanièce, i “Ginger e Fred” del Cral Cogne, hanno risposto con una certa lentezza, arrivando sui social un po’ in ritardo rispetto ai loro principali concorrenti (vedi sopra), ma riuscendo poi a recuperare fino ad arrivare al sorpasso su Facebook (ad oggi, 876 likes). Agghiaccianti le dirette dall’auto che trasporta i candidati da un comizio all’altro, in generale la qualità della produzione è apparsa più bassa della controparte. Anche loro hanno un sito web dedicato, e un profilo Twitter da 175 followers e 331 tweets. Immancabile Instagram, con 165 post e 68 followers. Sul fronte web marketing la lista ha limitato la sua attività alla piattaforma di Mark Zuckerberg.

 

Potere al Popolo viaggia invece principalmente su Facebook, con 747 “Mi piace”, social sul quale si è visto pure qualche post sponsorizzato, soprattutto a inizio campagna. Quantomeno curiosa, per un partito di estrema sinistra, la scelta di affidarsi al “demone” del web marketing per promuovere la propria campagna, contribuendo ad arricchire le tasche di una delle multinazionali più potenti del mondo. Snobbato Twitter, la lista presenta un po’ a sorpresa un account Instagram semiufficiale, con 95 followers 3 post. Tecnicamente, via Google si trova anche un sito, che però altro non è che una “sezione” di quello nazionale, sul quale non è stato possibile reperire contenuti locali.

La Lega – Salvini premier, spinge forte sul tasto social, ma principalmente su Facebook, con un account che – aperto prima delle elezioni, nel gennaio 2015 – conta ben 4122 “likes”. A oscurare i due candidati Paolo Sammaratini e Luca Distort, infelicemente hashtaggati come #lucaepaolo, è però sempre il consigliere comunale Andrea Manfrin, protagonista assoluto di flame e trollate cosmiche su bacheche e pagine pubbliche. Discorso diverso per l’ormai quasi desueto Twitter, che la stessa Lega ha lasciato in angolo con l’ultimo tweet fermo praticamente un anno fa, il 4 marzo. Quando, cioè, il Carroccio aveva ancora “Nord” nel suo nome. Instagram, questo sconosciuto, così come anche l’advertising online, utilizzato alla nausea dal partito a livello nazionale e colpevolmente dimenticato dalla Lega in Valle.

Il Centrodestra valdostano è nato da poco ma su Facebook ha già 2328 persone che hanno messo “Mi piace”. Non hanno Twitter e la loro pagina è un alternarsi di immagini e articoli su Berlusconi cadenzati dalla “rubrica video” del candidato Navarra che stanno – a loro modo – imperversando su tutta la timeline del social. L’involontaria comicità – crediamo noi – di tali video, e la portata esplosiva dei commenti che accompagnano ogni post, ne decretano la vittoria morale di questa campagna social. Persuaso dal collega anche l’altro candidato, Melgara ha postato un video sui binari ormai abbandonati della Aosta – Pré-Saint-Didier, senza però dimostrare la stessa verve del collega candidato al Senato.

Pagina aperta ben prima delle Politiche, quella del MoVimento 5 stelle si dedica ai suoi due candidati senza dimenticare i propri consiglieri. Qui, le 1899 persone che hanno messo “like” trovano una serie di felpe e braccialetti targati M5S, diversi video con i candidati che spiegano il programma, ma anche qualche “gif” animata, un salvadanaio a porcellino che rimanda all’autofinanziamento della campagna e un bel bicchiere – a occhio di Negroni – che invita all’aperitivo pentastellato. Bicchiere naturalmente “brandizzato” MoVimento. Il tutto con una grafica, da rivedere su tutta la linea, che richiama la fine degli anni ’90. Eppure sul fronte nazionale i contenuti prodotti sono di ben altra fattura. Infine, i grillini de nos âtres non hanno un sito dedicato alle elezioni e anche quello locale risulta essere “non raggiungibile”. Insomma, da chi fa del web uno dei propri cavalli di battaglia, ci si aspetterebbe molto di più.

Anche Risposta civica, come il centrodestra, si è dovuta attrezzare in fretta e furia con il pacchetto completo sito-social, anche perché l’obiettivo, come per il 80% delle liste in corsa, è di portare a casa un po’ di visibilità in vista delle regionali. Su Facebook la pagina nasce ovviamente per le elezioni. Hanno sempre detto, in campagna elettorale, di essere un “noi” e non solo due candidati, anzi l’espressione di più persone assieme: evidentemente sono fermi all’analogico perché i likes attualmente sono soli 345, neanche tutti i parenti degli oltre 60 aderenti. Altra questione: per scelta le facce di Minelli e Protasoni non si trovano sui manifesti elettorali affissi in città. I due volti sorridenti spuntano però sui social grazie ad alcuni post sponsorizzati: coerenza portami via. Risposta civica, per la cronaca, è anche su Instagram con 34 post per 123 followers.

Casapound Valle d’Aosta ha ben due pagine Facebook: una non più aggiornata da giugno che rimanda ad un’altra, quella attiva, che può contare su 2112 “Mi piace”, aperta ben prima l'appuntamento elettorale, che si occupa di documentare tutta la campagna, i comizi, riprendendo gli articoli di giornale che parlano del movimento. Ha una base di fan molto attiva e la rete di condivisioni funziona discretamente. Tra un post e l’altro campeggiano foto e video di Simone Di Stefano, il candidato premier del movimento. Immancabile Instagram, con 47 post e la bellezza di 1.679 followers, il numero più alto tra quelli presi in considerazione. Diciamo che, per avere come simbolo una tartaruga, la testa è stata messa ben fuori.

Il Partito Valore Umano è stato a lungo un “oggetto misterioso” e un po’ la sorpresa, fin qui, di queste elezioni politiche 2018. In questo caso il movimento ha optato per l’apertura di un gruppo Facebook e non di una pagina pubblica: è aperto da poco più di una settimana, e ci si deve iscrivere, cosa fatta da 200 membri. Sull’utilità di questa scelta nutriamo dei seri dubbi, visto anche il tenore di alcuni commenti: “Se ci sei tu, cara collega, io non lo voto sicuro questo partito”, scrive una persona evidentemente non troppo convinta sul da farsi. Il gruppo ricorda un po’ il movimento valdostano, in fondo: è nato da poco, nessuno ne sospettava l’esistenza, e invece si è dimostrato piuttosto animato.

E ora, visto che le Politiche stanno per andare – finalmente – in soffitta, il pensiero inevitabilmente corre alle Regionali, e ai tre mesi di campagna social che ci aspettano. Poi si dice che la tecnologia aiuti…

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