Eliski, due deputati del Pd chiedono il divieto su tutto l’arco alpino

22 Dicembre 2016

"Estendere il divieto di eliski, ad eccezione delle aviosuperfici autorizzate, in tutto l'arco alpino, a tutela dell'ambiente e della sicurezza delle persone". E' quanto chiedono i deputati del Pd Ermete Realacci e Enrico Borghi con una interrogazione scritta del 14 dicembre scorso ai ministri dei Trasporti, dell'Interno e dell'Ambiente. 

Nell'iniziativa i due parlamentari ricordano come l'Eliski sia una pratica "vietata e limitata in un tutti i Paesi alpini, ad eccezione dell'Italia, perché ritenuta «rischiosa» e «non adatta alle Alpi per ragioni ambientali» dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi". Del nostro paese i due deputati portano l'esempio del comune di Balme in provincia di Torino che "ha scelto di essere il paese dove vivere esperienze di frequentazione della montagna dolce e silenziosa" impegnandosi, quindi, con una delibera votata dal consiglio comunale, "a non autorizzare sul suo territorio la pratica dell’eliski e l'utilizzo – sia d'inverno che d'estate – di altri mezzi motorizzati come quad, moto, fuoristrada e motoslitte".

Sulla propria pagina Facebook Realacci ricorda inoltre come "L’eliski è pericoloso sia per le montagne, che per l’uomo e l’ambiente: crea il rischio del possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall'azione degli sciatori che, peraltro, non testano la compattezza della neve durante la salita ignorando così le condizioni dei pendii che si accingono a percorrere. L’eliski genera poi un forte inquinamento acustico dovuto al volo a bassa quota, al decollo e all'atterraggio che disturba la fauna alpina in un periodo dell’anno in cui diverse specie sono già messe a dura prova dai rigori del clima".

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