Europee, Aggravi chiude la campagna nella “chiesa laica dei valdostani”
“Non abbiamo fatto tutto da soli, come sostiene qualcuno, ma ci siamo trovati soli a portare avanti una certa idea di Europa“. Tuona così Stefano Aggravi, insieme a Martina Lombard, altra candidata di Rassemblement Valdôtain e responsabile giovani del partito e Davide Bionaz, al suo ultimo appuntamento di questa anomala campagna elettorale valdostana per le Europee di questo fine settimana.
Anomala perché l’area autonomista storica ha disertato l’appuntamento senza presentare nessun candidato, ma appoggiandone apertamente altri, e lo scettro tradizionalmente regionalista è così passato ad Aggravi con il suo neo partito RV.
Aggravi ha chiuso la sua campagna all’Hôtel des États di Aosta, nella “chiesa laica dei valdostani”, come racconta Davide Bionaz, il presidente di Rassemblement (facendo riferimento a quando era il Conseil des Commis a radunarsi nello stabile di piazza Chanoux), ripercorrendo le tappe della genesi del suo partito, lanciando alcune stoccate a chi “parla di tutt’altra Europa delle Regioni e non certo delle regioni come le intendiamo noi di RV, o che parla di popoli, ma che non sono i popoli a cui pensiamo noi, ma sono popoli delle nazioni europee”, e ancora elencando i sei punti programmatici principali che ha voluto indicare anche sul suo manifesto elettorale perché sia chiaro “a tutti, anche a chi non viene ai comizi, anche a chi non ci segue, che un viso va con delle idee“.
Il consigliere regionale, ex Lega, ci tiene anche a precisare che l’apparentamento e la strada che ha portato RV a unirsi con Libertà non lede nessun principio e soprattutto l’autonomia del partito di cui fa parte che rimane totalmente autonomo nelle scelte e nel percorso, ma che, “a differenza di altri ha fatto le cose per bene ed è così riuscito a presentarsi e a legittimarsi”.
Non mancano le frecciatine al mondo autonomista e regionalista valdostano, accusato di menefreghismo per essersi tirato indietro e non essere stato della partita in questa tornata elettorale.
Oltre a toccare brevemente i punti programmatici, Aggravi ha poi ricordato l’importante dell’andare a votare, in ogni caso, e di esprimere la propria idea e far sentire la propria voce contro il nemico numero uno ossia l’astensionismo, per evitare che “se non ci si occupa dell’Europa sarà poi l’Europa a occuparsi di noi“.
Sul tema dei diritti civili, che nell’ultima settimana ha movimentato un po’ il panorama delle elezioni dopo che Arcigay Valle d’Aosta ha richiesto ai candidati di sottoscrivere il manifesto “ComeOut4Europe” di Ilga Europe (al quale hanno aderito Fulvio Centoz, Andrea John Déjanaz, Leonardo Lotto e Chiara Minelli), Aggravi ribadisce che “sono un liberale per eccellenza. Io sono per la libertà a prescindere di ogni individuo e sono assolutamente a favore delle unioni civili proprio per questo”.
“I manifesti spesso funzionano al contrario – ha aggiunto -. Non servono per manifestare concretamente il favore verso una determinata causa, bensì piuttosto alla stregua di liste di proscrizione da esporre contro qualcuno. Credo e mi batto da sempre per la difesa delle libertà individuali e così da sempre vedo nello stato etico, sia esso di derivazione confessionale o gender, il vero nemico della libertà dell’individuo”.
“La libertà di essere e pensare ciò che si vuole rimane per me il valore più importante che ci sia, al di là degli stereotipi e di qualsiasi ideologizzazione – ha proseguito Aggravi -. Personalmente, ad esempio, sono a favore delle unioni civili, al contrario sono fermamente convinto che classificare tutti noi in categorie e/o acronimi non sia sinonimo di libertà, tutt’altro. L’uso politico di queste iniziative si è nuovamente palesato e per questo confermo di non aver firmato il manifesto“.