Europee, Marco Gheller si presenta: “Impensabile una Valle senza Europa”
Parte da lontano Marco Gheller, l’esponente Alpe candidato alle Elezioni Europee del prossimo 26 maggio per la riunita “area autonomista” racchiusa dal simbolo “Autonomie per l’Europa” che raggruppa Uv, Uvp, Alpe, Stella Alpina ed Epav.
Parte dalle radici stesse dell’Europa, dalla Dichiarazione di Chivasso del ’43 e dal Manifesto di Ventotene del ’44, per arrivare ad oggi: “Da quando è nata l’Europa unita è stata messa in discussione da chi ha fatto della paura, del populismo e del nazionalismo il loro modo di fare, senza guardare al domani e nel momento storico più sbagliato. Noi vorremmo invece portare a Bruxelles la trasformazione da un’Europa degli Stati a quella delle comunità, anche quelle ‘periferiche’, perché si sentano rappresentate e perché sentano rappresentate le proprie istanze”.
La “volée” implicita è per Lega: “Per questo servono movimenti molto radicati sul territorio – prosegue Gheller -. Pensare ad un’istanza portata delle vallate alpine a chi è alleato di Orbán e Marine Le Pen fa un po’ ridere. I partiti ultranazionalisti hanno nel dna un’avversione per tutte le minoranze, e la storia lo insegna”.
O meglio: “Votare questa lista significa votare per il futuro della valle d’Aosta – aggiunge Gheller -, il futuro dell’Europa ed futuro della Valle d’Aosta in Europa, perché è impensabile una Valle senza Europa”.
A spingere sull’unità ritrovata dagli autonomisti sono gli stessi responsabili politici dei movimenti, che uno alla volta spiegano perché Gheller sia il candidato da votare: “Marco Gheller – dice la Vicepresidente Alpe Erica Rudda – è da sempre espressione di un’anima europeista ma anche autonomista che porta avanti entrambe le anime. È nato e cresciuto in un’Europa che ha tante cose da risolvere ma che è piena di opportunità, un’istituzione alla quale non dobbiamo rinunciare. È il candidato perfetto, espressione della volontà degli autonomisti di riunirsi in questo primo ‘step’”.
“Primo passo” sul quale si soffermano tutti: “La nostra è una piccola lista animata da un ampio respiro – aggiunge Giuliano Morelli, Presidente Uvp -, e che spiega come federarsi sia unica strada da percorrere per ottenere qualcosa: l’isolazionismo infatti non conduce a nulla. Oggi le sfide sono globali, e le risposte vanno declinate anche nel piccolo e con la partecipazione di tutti”.
Concetto che Marco Curighetti, coordinatore di Epav, ribadisce: “Ci siamo messi in gioco come movimenti autonomisti, cinque simboli che si proponevano separati oggi sono insieme con le parole chiave ‘condivisione’ e ‘federalismo’. Siamo abituati a ragionare nel nostro piccolo mondo ma la Valle è centrale in Europa, e possiamo portarla a diventare una vera federazione. Non può esserci un motto come ‘prima gli italiani’, perché significa che qualcuno rimane dopo gli altri. Noi invece dobbiamo costruire tutti assieme”.
Nel merito più squisitamente politico entra invece il Segretario di Stella Alpina Carlo Marzi: “Questo percorso nasce dal 16 novembre, quando le forze sedute a questo tavolo si sono assunte responsabilità di governo e amministrative. Il dovere di chi fa politica è di partecipare alle elezioni e siamo riusciti a farlo assieme costruendo e presentando un candidato unico, autonomista e valdostano. Un grandissimo risultato. Si è dato per scontato, quasi per proteggersi, che non ci saremmo presentati. Questo è invece il primo risultato di una lunga serie”.
Il post-Europee e la Federazione dei movimenti autonomisti
La novità della casa, soprattutto in ottica post-elettorale, la spiega invece il Presidente Uv Erik Lavevaz. Sul tavolo c’è l’unione di fatto dei vari movimenti autonomisti che in questi anni, anche in modo litigioso, hanno lavorato a camere compartimentato.
E lo dice a chiare lettere: “Questo è un percorso in controtendenza rispetto a ciò che accade in Consiglio Valle, in cui c’è una polverizzazione ed una personalizzazione sempre più accentuata della politica. È un passaggio che non esagero a definire storico: per la prima volta i movimenti autonomisti sono seduti dalla stessa parte del tavolo, con il primo gradino delle Europee per poi salire. Ci hanno tacciati di essere stati molto in silenzio, hanno parlato altri per noi, e si è parlato di un progetto che non portava a niente. Da oggi invece cominceremo a parlare con una voce sola, perché questi movimenti hanno l’intenzione di costruire qualcosa di solido assieme. La prossima settimana porteremo un documento di federazione, ed in autunno probabilmente apriremo un congresso che deciderà il futuro dei movimenti”.