Ferrovia in Valle d’Aosta, Giuseppe Arena “la soluzione è aprire ai privati”

09 Febbraio 2013

“Il trasporto ferroviario in Valle d’Aosta si può migliorare, senza intervenire sulla linea e con un risparmio per le casse regionali”. L’affermazione, che a molti potrebbe sembrare “choc” è di Giuseppe Arena, fondatore dell’impresa ferroviaria Arenaways, e capolista in Piemonte al Senato per il movimento “Fare per Fermare il declino” intervenuto ieri sera ad un dibattito sulla ferrovia organizzato dai candidati valdostani del movimento di Oscar Giannino.

La sua ricetta, Giuseppe Arena, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato con il pallino di “rompere il monopolio delle ferrovie” e vincitore del premio “Liberista dell’anno” dell’Istituto Bruno Leoni, la spiega in poche parole: treni sperimentali, modello di trasporto con collegamenti ogni mezz’ora nella tratta della Plaine e nelle ore di punta convogli diretti per Torino e Milano.

La parola d’ordine è il cambio di modello di esercizio che, in parole povere, si traduce nell’apertura della tratta ai privati. Un’operazione che, a dire il vero, non gli è ancora riuscita in Piemonte dove Arenaways, poi fallita, si è scontrata con il monopolio delle Ferrovie dello Stato che, a dirlo è anche l’Antitrust con una multa inflitta a FS, hanno intralciato l’ingresso di altri operatori privati nel mercato. A sentire il commento “Non mi hanno più richiamato” la stessa operazione non sembra aver suscitato l’interesse della Regione Valle d’Aosta a cui Arena l’ha presentata.

L’imprenditore piemontese rimanda al mittente, simbolicamente, le tante battaglie dei pendolari valdostani a favore dell’elettrificazione e degli interventi sulla linea. Nella serata i problemi annosi di chi si sposta in treno sono stati riassunti dall’intervento di Mauro Filingeri, in rappresentanza dell’Associazione Pendolari stanchi: manca la puntualità, la qualità del servizio è pessima, i tempi di percorrenza troppo lunghi. “Sono problemi che si risolvono solo intervenendo sull’infrastruttura, sulla linea, indipendentemente da chi gestirà i treni” ha dichiarato Filingeri.

Ma per Arena l’approccio deve essere differente: “La linea è sfruttabilissima anche se ha un solo binario, i miglioramenti decisivi alla linea attuale vanno fatti, anche perché per l’elettrificazione ora non ci sono le risorse: fissarsi su questo punto significa lasciare le cose come stanno”.

Al dibattito è intervenuto anche Francesco Ramella, fellow presso l’Istituto Bruno Leoni IBL che ha smontato alcuni luoghi comuni sull’uso del treno: costoso per la collettività, poco usato dalle fasce più povere e senza significativi benefici ambientali per la comunità. Il commento finale di Enrico Martial, candidato al Senato per “Fare per fermare il declino” è lapidario: “questo è un caso emblematico di come non ci stiamo autogovernando e gestendo in modo autonomo”.

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