Ferrovia, l’idrogeno per ora “alimenta” solo la crisi politica
A chi dopo due settimane di chiusura della linea Aosta Ivrea – avendo peraltro preferito per ragioni di tempo l’auto privata ai bus sostitutivi – si trova oggi a fare i conti nuovamente con i consueti ritardi e problemi della ferrovia valdostana, la discussione in Consiglio regionale sulla proposta di legge, presentata da Claudio Restano, sull’utilizzo dell’idrogeno in ambito ferroviario sembrerà surreale. Al di là degli obiettivi della proposta, politici per una parte dell’aula, di indirizzo per altri, il punto evidenziato durante il lungo dibattito rimane uno: “il nostro problema non è la trazione ma il binario unico”. Parole scandite dall’ex Assessore regionale ai Trasporti Aurelio Marguerettaz. Non sarà l’elettrificazione, votata dal Consiglio regionale nel 2016 e ora inserita nel Pnrr a risolvere il problema, così come l’idrogeno di cui oggi si vuole andare a finanziare uno studio.
Per questo la lunga discussione prima, e il voto dopo a scrutinio segreto (27 a favore, 7 contrari e 1 astenuto), è servito solo a evidenziare, una volta di più se ce ne fosse bisogno, la spaccatura dell’attuale maggioranza. Come già per la risoluzione sul presidio ospedaliero, due emendamenti sono arrivati per cercare di recuperare il gruppo di Progetto Civico Progressista, che in commissione aveva preso le distanze. Le modifiche alla proposta di legge confermano “i già previsti interventi di elettrificazione dell’Aosta-Ivrea in corso di progettazione da parte di Rfi e indicati nell’allegato del Pnrr”, riducendo lo studio sulla mobilità ad idrogeno, da realizzare in 180 giorni, alla sola tratta Aosta-Pré-Saint-Didier.
“Con questa proposta di legge non si intende proporre il vettore idrogeno quale alternativa all’elettrificazione della tratta Ivrea/Aosta: – sgombra il campo il proponente Claudio Restano – la decisione di elettrificare è già stata assunta. L’importante scelta politica che vi proponiamo oggi è quella di considerare l’idrogeno come un’opportunità da valutare insieme alle altre fonti di energia, attraverso uno studio che ne valuti le potenzialità confrontandole tra loro in termini economici e di sostenibilità ambientale”.
Perché una proposta di legge e non una mozione? Si domandano Chiara Minelli e Erika Guichardaz, sottolineando non solo il carattere provocatorio dell’iniziativa, arrivata pochi giorni dopo “l’iscrizione dell’elettrificazione nei finanziamenti del PNRR”, ma soprattutto “la manovra politica oscura che, intervenendo sulle tensioni di maggioranza, mira a mandare tutto a gambe all’aria”. Le due consigliere hanno votato a favore degli emendamenti, ma contro la legge nel suo complesso: “Con gli emendamenti, il testo è cambiato, non si mette più in discussione l’elettrificazione della Ivrea-Aosta, ma questo non basta per poter dire che si tratta di una legge utile e opportuna. Purtroppo su questa vicenda si sono fatti gravi errori”.
Respinge l’idea di una proposta tesa a destabilizzare, il Presidente della IV Commissione Giulio Grosjacques: “Vorrei anche rasserenare gli animi in merito alla maggioranza: al momento Restano e io godiamo di buona salute, non abbiamo mal di pancia e qui stiamo benissimo. La semi-maggioranza di cui parla qualcuno è quella che alcuni colleghi vogliono creare: non lasciano la maggioranza, ma votano contro le iniziative della maggioranza stessa.”
Dai banchi della minoranza, a favore della proposta di legge, Nicoletta Spelgatti della Lega VdA accusa la maggioranza di aver trovato “con i due emendamenti un escamotage per rimandare il problema politico, gigantesco, a data da destinarsi, mentre la Valle d’Aosta rimane paralizzata”.
In conclusione dei lavori, a metter ordine fra le tante dichiarazioni sul tema, è stato il Presidente, laureato in fisica, Erik Lavevaz, che più che una dichiarazione politica ha fornito all’aula una lezione sul tema. “In realtà – ha detto il Presidente della Regione – l’idrogeno non è una forma di propulsione alternativa all’elettrificazione, è l’accumulatore che permette di trasportare l’energia. Se guardiamo al solo aspetto tecnico, questo non è sufficiente a motivare il passaggio ad un diverso vettore, la contropartita da mettere sul tavolo per un aggiornamento compiuto è quello dell’impatto ambientale che le infrastrutture dell’elettrificazione possono avere”.