Finaosta, Adu e M5s all’attacco del neo direttore Giachino
Fa discutere la nomina, ufficializzata qualche giorno fa, di Paolo Giachino a direttore di Finaosta.
Le prime critiche piovono da Adu – Ambiente diritti e uguaglianza –, che contesta una nomina che il socio unico Regione ha fatto “in regime di ordinaria amministrazione”, e cercando di tagliare i tempi.
Questione sospetta, per Adu, che poi punta il dito sul neo direttore: “Il dottor Giachino è stato direttore commerciale e generale di Cva all’epoca dei gloriosi acquisti di turbine cinesi, di cui si è persa traccia nel dibattito politico, nonché amministratore di Cva Trading e di Water Gen Power (la società, nata alla fine del 2008 con un capitale sociale di 10.000 euro, che ha venduto le turbine indicate alla C.V.A. e che è purtroppo stata dichiarata fallita nell’agosto del 2019, nonostante un prodotto così interessante), nel periodo in cui era incredibilmente partecipata dalla Regione attraverso Cva (35%, pari a 700.00 euro ‘investiti’)”.
Un “invidiabile curriculum” prosegue Adu, che valse a Giachino “l’approvazione all’unanimità, nel gennaio del 2017, di una risoluzione del Consiglio regionale in cui se ne chiedeva la revoca (assieme a quella del dottor Trisoldi) e, in seguito, nel maggio 2018, il licenziamento, dopo che intercettazioni telefoniche dimostrarono che stava tramando con Augusto Rollandin per rimuovere dall’incarico l’allora presidente, dottor Cantamessa”.
Ora, chiude il movimento “da direttore generale di Finaosta, egli avrà mano libera proprio su Cva, di cui la stessa Finaosta detiene il 100% delle azioni. E per cosa è assurta recentemente agli onori della cronaca Cva, oltre che per le turbine cinesi? Per le ipotesi di vendita oppure di quotazione in borsa. Ecco, questa curiosa nomina su cui, siamo sicuri, sarà fatta piena chiarezza appena dopo le elezioni, non appare forse come il simbolo della nuova fase ‘irenica’ delle relazioni tra Lega e UV?”.
MoVimento 5 stelle: “La commedia dell’assurdo”
A stretto giro anche il MoVimento 5 stelle prende posizione sull’“affaire Giachino”, e in una colorita nota scrive: “In Valle non ci si ribella a quegli eletti che tengono per mesi nel cassetto avvisi di garanzia per reati infamanti e quando questi emergono si dimettono per difendersi meglio e non per un briciolo di vergogna. Allora, alé, una minoranza dimissionaria e a pezzi senza alcun pudore ratifica una nomina di fondamentale importanza per il futuro delle finanze regionali”.
Poi l’attacco diretto al direttore fresco di nomina: “E, alé alé, il più spudorato di tutti è quello che, cacciato da Cva, si candida a diventare il capo dei capi di Cva. Altro che Charaban, ci toccherà subire la commedia dell’assurdo”.
Il gruppo consiliare del M5S Vda si dissocia dalla nota
La nota dei grillini, inviata da Patrizia Pradelli a nome del M5S Vda, trova però a stretto giro una smentita. A dissociarsi infatti dal comunicato è il gruppo consiliare. “Non essendoci stato nessun confronto fra i vari portavoce del M5S – scrive il Capogruppo Luigi Vesan – né nel merito, né tantomeno nel tenore della comunicazione relativa all’incarico sulla Presidenza di Finaosta, il gruppo consiliare si dissocia da questa iniziativa”