Finaosta, proteste per la conferma di Giachino a direttore generale

17 Marzo 2020

La conferma ieri, da parte del consiglio di amministrazione di Finaosta, di Paolo Giachino a nuovo direttore generale di Finaosta, con il voto contrario del Presidente Andrea Leonardi solleva le proteste di molte forze politiche.

“Mi auguro che chi oggi ha contribuito alla conferma della designazione abbia ben valutato la definizione di rischio reputazionale. Ergo, nel caso in cui il processo di nomina dovesse ricevere uno stop da parte dell’Autorità di Vigilanza, costoro (e i relativi sponsor) mi auguro altrettanto che rassegnino immediatamente le dimissioni dal proprio incarico”. scrive il consigliere regionale Stefano Aggravi (Lega Vallée d’Aoste).

A dirsi esterrefatti per la nomina è Mouv’.  “Lo è nel metodo e cioè il voto favorevole dei due membri del Consiglio di Amministrazione restanti dopo dimissioni precedenti contro il no del Presidente di Finaosta, che suona come una presa di distanza giusta ma da choc per il futuro della Finanziaria regionale senza un intervento salvifico della Banca che cassi la nomina.  – scrive il movimento – Lo è nel merito perché Giachino, fuoriuscito da CVA per una serie di vicende oscure, fa carriera addirittura nella società controllante con un colpo di scena mai vista nella storia delle Partecipate. Ogni volta si deve registrare un vero e proprio degrado che sembra passare con troppi silenzi e collusioni, compreso l’inspiegabile sì del Presidente della Camera di Commercio, Nicola Rosset.”.

Critici sulla scelta di Giachino sono anche il Movimento e il gruppo consiliare della Stella Alpina. “Oltre ai rischi reputazionali che saranno valutati in autonomia da Banca d’Italia, fatto questo già di per se assai grave per una società finanziaria con la regione socio unico, – spiega Stella Alpina – non dimentichiamo che nel 2016 il Consiglio regionale, massimo organo del socio, ne aveva richiesto la rimozione da Direttore Generale della Cva per il venir meno del rapporto fiduciario a seguito della vicenda delle turbine cinesi e nel 2017 il rapporto di lavoro con la Cva è stato bruscamente interrotto a seguito dei gravi fatti intervenuti a tutti noti”.
Secondo il movimento “stupisce quindi che oggi il Consiglio di Amministrazione della Finaosta, socio unico CVA, ridotto a soli tre dei cinque membri previsti abbia deliberato tale nomina pur con l’avviso e il voto contrario del suo Presidente Andrea Leonardi”. “A seguito di tale decisione – si legge nella nota di Stella Alpina – chiediamo una verifica indifferibile e urgente tra il socio regione il Consiglio di Amministrazione di Finaosta sull’argomento il cui esito dovrà essere riferito data la rilevanza e l’urgenza nel prossimo consiglio regionale”.

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