Gianni Tonelli e la Lega Nord: “Giustizia e sicurezza sono le due partite più importanti”
“Da 25 anni il nostro Paese è entrato in una palude, ma solo con un’ampia investitura da parte degli italiani per il centrodestra, e con un voto in più per Matteo Salvini, potremo affrontare tutti i nostri problemi ed uscire dal pantano”. Si conclude così il lungo comizio di Gianni Tonelli, Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo di Polizia e candidato nel collegio di Bologna per la Lega Nord, giunto ad Aosta anche per presentare i due candidati valdostani del Carroccio, Luca Distort e Paolo Sammaritani. A salutarlo, più di una cinquantina di persone ed i due consiglieri comunali Nicoletta Spelgatti ed Andrea Manfrin.
Tonelli cita Montesquieu dicendo che “il primo dovere di uno Stato moderno è di garantire la vita dei cittadini” e sottolinea come lo Stato italiano abbia rinnegato il contratto sociale di rousseauiana memoria a causa di un atteggiamento ideologico della sinistra radicale: “Al centro non c’è più il cittadino, la brava gente, ma le devianze: i mascalzoni diventano così le vittime, e le forze dell’ordine i cattivi”. Giustizia e sicurezza sono infatti al centro del suo intervento, in cui ha spiegato come quella stessa ideologia abbia “reso moralmente censurabile l’idea di legittima difesa. Alle forze dell’ordine è stata tolta la dignità, e questo va a discapito dell’onesto cittadino che non si sente più protetto ed aiutato”. Oltre ad un netto taglio dei fondi, per Tonelli il governo Renzi ha “decapitato” le forze di polizia di 50 mila uomini, senza volerne ascoltare le richieste, tra cui quella di microcamere che possano testimoniare di quanto succeda durante le operazioni di polizia: “Questo perché le telecamere hanno un ‘difetto’: non perdonano niente a nessuno, soprattutto ai criminali”. Dietro questa debilitazione dell’apparato di giustizia, così come dietro l’aumento di sbarchi di clandestini, per il candidato bolognese ci sono i poteri forti (“siamo un colonia della Germania”), che “hanno i loro vantaggi a destabilizzare e tenere il popolo lontano dalla cosa pubblica. Lo Stato ora è visto come un’entità avversa, addirittura nociva. Non c’è la possibilità di ospitare gli stranieri, è un problema di ordine pubblico e di sperpero di risorse economiche che non possono così essere utilizzate per gli italiani, e lo stesso dicasi per lo ius soli, che per me è una follia”.
Si affida alla filosofia anche Luca Distort: “lo Stato esiste quando si applicano due cardini costitutivi: la difesa del territorio e dei cittadini e la garanzia di poter esercitare la giustizia. Senza di essi lo Stato è delegittimato, e la destabilizzazione è l’hummus delle guerre. La nostra società deve onorare le forze dell’ordine, ed il nostro governo punterà a far sì che esse possano tornare ad agire”. Per l’avvocato Paolo Sammaritani la sicurezza è uno dei temi principali del programma della Lega Nord, un tema che si articola in “difesa del territorio, controllo dei confini, blocco degli sbarchi, rimpatrio dei clandestini e abolizione dello status di protezione umanitaria. Solo per via di questo status lo Stato italiano spende, in spese giudiziarie, 120 milioni di euro. Il problema è grosso e le forze dell’ordine possono fare ben poco, è necessario tutelarne la dignità”.
Sullo stesso tono è stato l’intervento della consigliera Nicoletta Spelgatti, che ha rimarcato come il sistema così non funzioni, con le forze dell’ordine impossibilitate a svolgere il proprio lavoro a causa di un’umiliazione dall’alto sempre crescente. A dimostrazione di questo e di come le leggi attuali non permettano alle forze dell’ordine di agire, Andrea Manfrin presenta quello che lui definisce il “bollettino di guerra” dei diversi episodi criminali avvenuti in Valle d’Aosta nell’ultima settimana, “dalla rapina in villa a Nus all’aggressione di un clandestino ai danni della propria compagna a San Valentino, fino all’arresto per droga e alla violenza ai danni dei carabinieri di due persone. Senza contare l’assoluto stato di abbandono in cui versa il carcere di Brissogne”.