Gli autonomisti si incontrano. Il ballottaggio di Aosta frena le prove di governo regionale
Il “Siège central” dell’Union Valdôtaine, rimasto un po’ nell’ombra sul finale di legislatura regionale, torna al centro della politica valdostana.
Forte dei sette seggi ottenuti alle ultime Elezioni nella sede UV di viale Partigiani sfilano le forze autonomiste, che arrivano cadenzate. Sul tavolo gli incastri per formare un nuovo governo, anche se le bocche di tutti – ma proprio tutti – sono, questa volta più che mai, cucite.
Le delegazioni sfilate nel quartier generale del “Mouvement” – Pierluigi Marquis, Maurizio Martin e Carlo Marzi per Stella Alpina, Luigi Bertschy, Albert Chatrian e Patrizia Morelli in quota Alliance e Luciano Caveri, Corrado Jordan, Claudio Restano e Dino Viérin in rappresentanza di Vallée d’Aoste Unie – tacciono, ma il tavolo sembra aperto.
Il fronte autonomista è a caccia dell’unità perduta – smarrita da tempo nei “distinguo” e nei veti incrociati –, dopodiché si parlerà con tutti eccezion fatta per Pour l’Autonomie. Non sembra esserci alcuno spazio di manovra, infatti, per dialogare con la nuova creatura di Augusto Rollandin.
Il primo passo è quello di circoscrivere il perimetro alle forze che potranno dare vita ad un nuovo governo regionale, mettere sul tavolo i temi e infine decidere le “poltrone”.
La linea in realtà rimane quella attendista, anche perché in bilico – e non è roba da poco – c’è ancora il ballottaggio per il Sindaco di Aosta. Prima di scoprire se a guidare il Capoluogo sarà Gianni Nuti (che vede in coalizione Progetto Civico Progressista e le stesse UV e AV) o Giovanni Girardini difficilmente qualcosa, in Avenue des Maquisards, si muoverà. Almeno ufficialmente.