I “dissidenti” del Pdl scrivono a Bongiorno: “inutile partecipare a un coordinamento fantoccio”

23 Marzo 2011

Dario Barattin, Dario Frassy, Carlo Orlandi, Eddy Ottoz, Enrico Tibaldi, i “dissidenti” del Pdl non hanno preso parte lunedì scorso alla riunione del Coordinamento del partito guidato da Giorgio Bongiorno. Le motivazione si possono leggere in una lettera inviata allo stesso coordinatore.

“Da un lato – scrivono Tibaldi e gli altri –  nutriamo seri dubbi sulla legittimazione di un coordinamento politico che viene continuamente rimaneggiato, senza neppure uno straccio di comunicazione ai componenti originari, mediante arbitrarie cancellazioni, sostituzioni, inserimento di parenti, collaboratori, dipendenti o quasi. Dall’altro non intendiamo contribuire, con la nostra presenza, a legittimare un organo “ripulito” da ogni residuo di democrazia, da quando una grave crisi di astinenza da maggioranza ha minato la capacità di analisi politica dei suoi attuali vertici.”

Secondo i “dissidenti” il coordinamento non ha accolto la richiesta avanzata per tempo di convocare ua riunione “per un’analisi serena e obiettiva del progressivo scollamento dei vertici dagli elettori.”

“Nell’interesse del PDL – si legge nella lettera –  ci asteniamo dal partecipare a un coordinamento nel quale il confronto non è accettato e dove ogni minimo dissenso finirebbe per scatenare una rissa che danneggerebbe ulteriormente il partito. Gli affari privati di alcuni dei nostri eletti in Regione sono sulla bocca di tutti e alimentano critiche pesanti nell’opinione pubblica, tanto che alcune vicende sono oggetto d’interessamento in sede giudiziaria, oltre ad essere sfociate anche in numerose iniziative ispettive nel Consiglio regionale, amplificate dagli organi d’informazione e dal popolo del web. La confusione dei nostri elettori è totale e l’immagine del PDL valdostano non ha mai toccato livelli così bassi.”

“Entrare in maggioranza – concludono Tibaldi e gli altri –  significa insomma governare, non piegarsi a essere supinamente governati.”

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