Il Comune di Aosta approva il rendiconto di bilancio, che supera i 91 milioni di euro
Un documento fatto di numeri, un bilancio senza idee, senza stimoli. Soprattutto, senza una visione politica.
Piovono le critiche, dai banchi dell’opposizione, mentre il rendiconto di Bilancio 2020 del Comune di Aosta – che pareggia a 91 milioni 499mila 242 euro – viene approvato in Consiglio con il voto contrario della minoranza.
Critiche tutte incardinate nella questione politica, a margine di un documento finanziario che, dice la maggioranza stessa, “fotografa” i conti dell’anno appena passato e non è il rendiconto – se non per pochi mesi – dell’attuale governo del Capoluogo.
Le critiche contabili
Non mancano, ad ogni modo, le critiche anche “numeriche” al rendiconto, come spiega il relatore di minoranza, in quota Forza Italia, Paolo Laurencet: “Riscontro alcune criticità in questo documento, come spiega anche la relazione del Collegio revisori. Questo vale per il 2020 ma credo si riverserà sul 2021 e sulla gestione futura. Il Collegio invita a porre in essere le misure per mantenere i crediti e un’efficace azione di recupero e monitoraggio, anche riguardo la riscossione”.
Non solo: “I numeri possono essere incoraggianti – prosegue il capogruppo –, è difficile spiegare un avanzo molto alto mentre si aumentano le imposte ai cittadini”. Riferimento affatto velato all’addizionale Irpef, passata nel Capoluogo dallo 0,3 allo 0,5%.
La maggioranza tenta di smarcarsi: “La manovra sull’Irpef è stata una scelta molto dolorosa e sofferta, ma era l’unico modo per accantonare i fondi necessari alle agevolazioni sulla Tari per i cittadini – replica la Vicesindaca Josette Borre, che è anche Assessora alle Finanze –. Il problema dei residui è noti, ci siamo attivati per mettere in campo delle operazioni in tal senso. Dall’analisi dei revisori la concentrazione dei residui è maggiore negli ultimi anni. Su questo andrà fatto un attento lavoro di analisi con tutti gli Uffici”.
La questione politica, opposizione all’attacco
Ma, si diceva, la presa d’atto di un documento riferito all’anno scorso è l’occasione per guardare avanti. O meglio, per parlare di politica.
“Avete una valutazione politica rispetto a questo consuntivo – chiede Bruno Giordano, Lega –? Avete delle priorità che si possono desumere dagli avanzi? Noi abbiamo delle mozioni che, se approvate, incideranno, così come le proposte avanzate dalla Commissione speciale per rilanciare l’economia asfittica della nostra città. Queste priorità, visto il consuntivo e l’avanzo libero di 12 milioni, i residui attivi contrapposti a quelli passivi, come si intendono affrontare?”.
“Manca totalmente una visione politica che sottenda a questo bilancio, non c’è nulla – attacca Giovanni Girardini, capogruppo di Rinascimento VdA –. Proprio in un anno difficile, emergenziale e complicatissimo servono scelte politiche. Se dobbiamo solo far tornare i conti cosa stiamo qui a fare? I tecnici hanno fatto bene il loro lavoro, ma la maggioranza no”.
Dura la stoccata di Renato Favre, Forza Italia: “Il rendiconto è un disastro annunciato dell’Amministrazione precedente di cui voi siete gli eredi politici – dice riferendosi alla maggioranza –. Una bella pennellata di rosso e di verde, ma siamo nella stessa situazione di prima”.
Un rendiconto di altri
In risposta, la maggioranza stessa “disconosce” in parte un documento contabile che coinvolge il Governo Nuti solamente nei mesi finali del 2020, ovvero dopo l’insediamento in piazza Chanoux ad ottobre.
“Sono convita che un avanzo di amministrazione importante non sia mai il meglio – replica la Vicesindaca Borre –. Ritengo che il nostro lavoro sia quello di spendere in modo opportuno le risorse stanziate e aiutare anche gli Uffici a spendere. La capacità di spesa è uno dei punti che, ahimè, è emerso con più frequenza. E su questo bisogna lavorare. Ci troviamo però alla fine di un anno con un bilancio che di politico ha ben poco. Un anno in cui si è gestita un’emergenza, in cui ci sono stati interventi, iniziative di reazione e agevolazioni in corsa”.
Sull’eredità, anche politica, del rendiconto si sofferma l’Assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati: “Il documento parla di scelte che non abbiamo fatto noi. Ne condividiamo alcune, e le stiamo portando avanti. Ma all’epoca non eravamo presenti e non possiamo dire che questo rendiconto ci appartiene”.
“Il rendiconto è un documento conclusivo – aggiunge Paolo Tripodi, consigliere Pcp –, ma ha ben poco di politico, ed è da imputare per l’80% all’Amministrazione precedente, che peraltro ha operato in regime di prorogatio e in piena pandemia. Durante il 2020 sono stati però assicurati tutti i servizi alla persona, ci è stato consegnato un rendiconto sano, con gli equilibri rispettati, con una buona situazione patrimoniale, finanziaria e di cassa. Il prossimo anno vedremo il nostro rendiconto e a breve faremo verifica in assestamento. E lì potrete sbizzarrirvi”.