Il Comune di Aosta scriverà a Charlie Hebdo: “Stigmatizziamo le vignette sul terremoto e Rigopiano”

22 Febbraio 2017

Le vignette di Charlie Hebdo sui terremoti in Centro Italia – compresa quella della tragedia dell'Hotel Rigopiano – tornano a scaldare gli animi del Consiglio comunale di Aosta, e di conseguenza torna la richiesta targata Lega Nord e Gruppo Misto di minoranza di togliere il 'matitone' in piazza Narbonne, già in piazza Chanoux nell'immediato post-attentati alla redazione parigina.

La discussione in realtà – che nessuno vuole aprire ma che poi effettivamente si apre e si allunga – ricalca quella già avvenuta in aula a settembre, quando il Presidente del Consiglio Michele Monteleone tenta il doppio 'gentlemen's agreement': una lettera indirizzata alla redazione di Charlie Hebdo che stigmatizzi questo loro modo di fare satira sulle persone, vittime di tali tragedie. Étienne Andrione presta la sua penna ed il suo francese e presenta una bozza: “Quando, il 7 gennaio 2015, foste vittime dell'orribile attentato che ognuno conserva dolorosamente nella sua memoria, il mondo intero si è accorto che ciò che era in gioco era ancora più importante dell'irruzione, una volta ancora, della violenza terrorista nella vita quotidiana delle democrazie”, recita l'incipit.

Segnalato loro l'appoggio aostano testimoniato dal 'matitone' apposto in piazza Chanoux, la lettera spiega che sono “il potente, l'oppressore, il tiranno” ad essere obiettivo della satira e non sui “deboli, le vittime, i morti innocenti”. Il che spiega “la reazione indignata che ha accolto le vostre vignette sulle vittime del terremoto e della valanga”. Una “linea rossa” che non doveva essere attraversata, insomma.

Morale della favola: la lettera partirà – nonostante i due astenuti ed i tre contrari – anche se la sensazione del Consiglio non è buona. Anzi forse è Gianpaolo Fedi, Alpe, a riassumere telegraficamente il tutto, annunciando la sua astensione: “Non credo ci risponderanno mai, al massimo ci troveremo con una 'vignetta omaggio' fatta apposta per noi”. Che, in fondo, sarebbe già una notizia.

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