Il dibattito e l’attesa. La discussione sull’elezione del Presidente infiamma il Consiglio Valle
Se la mattina è stata di studio, con qualche punta e qualche “volée” all’attacco, il pomeriggio del primo Consiglio regionale della XV Legislatura vede l’opposizione sugli scudi, nel silenzio quasi assoluto della costituenda maggioranza.Il dibattito parte dal programma di Governo che la promessa Presidente della Regione Spelgatti ha spiegato in aula stamattina. Ed i toni sono quelli aspri della critica. L’opposizione, in parole povere, si oppone, l’unico tema apprezzato anche da Impegno Civico e Movimento 5 Stelle è lo stop alla quotazione in borsa di Cva.
“Siete partiti con il piede sbagliato – esordisce Luciano Mossa, M5s -, dovevate ragionare prima sui temi e dopo fare una maggioranza. Il ‘cambiamento’ deve partire da qui dentro, senza i condannati e dimezzando le indennità, sarebbe un bel segnale. Non daremo il nostro voto di fiducia tuttavia, anche se in opposizione, non faremo quell’ostruzionismo del quale siamo stati accusati”.
Renzo Testolin, Uv, riprende una parte del discorso mattutino del collega Bianchi e attacca: “Ci troviamo con un governo nascente che non la ha maggioranza dei voti e né rappresenta la maggioranza dei valdostani, dal momento che questo governo conta 27mila contro i 29mila 400 della minoranza, con 4 forze che non hanno niente a che spartire se non il fatto di aver trovato qualcuno da combattere. Peccato”. Mauro Baccega, di suo, non si tira indietro: “Le trattative dei veti incrociati sono il nuovo? Il cambiamento? No, è Prima Repubblica. Serve invece il confronto dialettico. La maggioranza che si insedia oggi è eletta dalla minoranza degli elettori. Vi sentite in diritto di costituire una maggioranza cercando dei transfughi per sostituire le vostre tesi, una vera operazione di potere”. Picchia forte anche Augusto Rollandin: “Sono incuriosito dall’ondata di ottimismo del programma, con la Valle d’Aosta che ‘deve tornare ad essere un’isola felice’, un concetto abbandonato da un po’, mentre noi vogliamo parlare con tutti. Non siamo un’isola ma una realtà che ha cercato di essere presente in quell’esperienza, portata avanti da Lega di Maroni, delle Macroregioni: l’esatto opposto dell’isola”.
Dalle latitudini di Impegno Civico intervengono tutti e tre i consiglieri, a partire da Alberto Bertin: “Quello che nasce oggi è il governo della Lega, infatti ad intervenire sono solo i suoi esponenti. Ricordiamo però 5 anni fa quando la Lega fece da ‘stampella’ all’alleanza Uv-Sa-Féd e fu determinante, forse servirebbe un po’ di autocritica. È difficile però capire l’obiettivo del ‘Gruppo dei Dieci’, che arrivano da partiti in crisi di consensi e che vedono nella Lega la scialuppa di salvataggio”. Chiara Minelli parte dal programma presentato: “Non c’è neanche una parola sulla dispersione e l’abbandono scolastico, ormai al 16%, e nulla contro lotta a povertà che vede oltre 9mila valdostani in povertà relativa. Non trovarne cenno nel programma di giunta è singolare e poco responsabile”. “Tranchant” anche Daria Pulz: “Un programma superficiale che sembra riguardare solo la spartizione delle poltrone. Mi ha colpito la dichiarazione di antifascismo di alcuni di voi, vorrei sapere cosa ne pensa prossima Presidente della Regione di quel partito nazionalista, omofono e xenofobo che strizza l’occhio al Front National di Le Pen”.
La “quota critica” la mette anche Uvp, con Alessandro Nogara: “Quasi ovunque nel programma si legge la parola ‘cambiamento’, che già stamattina è stato difficile vedere con l’elezione del presidente del Consiglio, nel silenzio assoluto di quegli autonomisti – e la stoccata è per Alpe – che nella scorsa legislatura non facevano altro che parlare di questo tema”. “Quota critica” che però non vuole solo tagliare: “Il vostro programma – chiude Nogara – ha dei punti innovativi, su molti possiamo essere tutti d’accordo. Sarebbe bello però poterne discutere e partecipare, non come questa mattina”.
Le risposte della maggioranza
Il primo ad esporsi è il leghista Roberto Luboz: “Alla Lega, il 20 maggio, i cittadini hanno chiesto di governare, e a sette non era possibile. SDi certo non governeremo mai contro i valdostani. Piaccia o no i 18 sono arrivati grazie alla signora Rini che ringraziamo, e alla quale chiediamo lealtà”.
Stefano Borrello, Ac-Sa-Pnv, predica calma: “La sfida del futuro è quella di cercare di mantenere lo ‘status’ di qualità in Valle d’Aosta con la forza delle idee. Una sfida ed una responsabilità cui non ci sottraiamo, questo programma è solo una sintesi per punti dell’intesa”.
Chantal Certan, Alpe, gioca attacca per difendersi: “Spero che passare dalla maggioranza alla minoranza non faccia dimenticare che in questa situazione siamo arrivati in un modo ben preciso e con personaggi ben precisi che oggi fanno un po’ gli ‘smemorati’. Non ascoltare il richiamo forte dei valdostani è un gesto di grande superficialità e irresponsabilità”.
Ficcante Stefano Ferrero, Mouv’: “Non si può rispondere a chi parla di ‘spartizione’ e di ‘Manuale Cencelli’ da parte di chi potrebbe aprire una facoltà universitaria. Gestione privata del Casinò non è un tema generico, come si blocca vendita di Cva neanche, per non svendere la risorsa del futuro. Certo che la nominando Presidente userà un metodo diverso, ma serve il coraggio di fare pulizia davvero, soprattutto nelle partecipate, e aprire quegli ‘armadi’ che nessuna Presidenza precedente ha aperto”.
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