Il nuovo Dpcm conferma tutte le misure attuali. Speranza: “Siamo nell’ultimo miglio”
“12 regioni d’Italia sono in questo momento ad alto rischio, 8 moderato, due in progressione verso il rischio alto. Una sola a è rischio basso. Quando tutti parametri peggiorano abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure. Nel nuovo Dpcm, discusso lunedì con le regioni, confermiamo le misure fondamentali già vigenti ed il modello per fasce differenziate che ci ha consentito di abbassare curva tra novembre e dicembre. È confermato il divieto di spostamento tra regioni anche in zona gialla, ridurre gli assembramenti negli spazi antistanti i locali pubblici con l’asporto per i bar fino alle 18, confermare di poter ricevere a casa un massimo di due persone non conviventi e stabilire l’ingresso in area arancione area arancione di tutte le regioni a rischio alto secondo i 21 parametri definiti dal DM del 30 aprile”.
A dirlo, preannunciando il prossimo Dpcm – previsto per il 16 gennaio –, è stato il Ministro della Salute Roberto Speranza, nelle sue comunicazioni alla Camera dei Deputati di oggi, 13 gennaio.
Conferma delle misure restrittive – e dello stato di emergenza fino al 30 aprile – , spiega quindi Speranza, che arriva dai numeri: “Non facciamoci portare fuori pista dal numero di casi leggermente più basso in Italia rispetto ad altri. I dati dell’ultima Cabina di monitoraggio sono chiari: c’è stato un peggioramento generale questa settimana. Sono aumentati contemporaneamente Rt, incidenza, tasso di occupazione delle Terapie intensive e focolai di origine sconosciuta”.
Non solo: “Dopo quattro settimane di decrescita l’Rt torna a salire – prosegue il Ministro –, per la prima volta dopo sei settimane è superiore a 1. Siamo ad un nuovo cambio di fase, l’epidemia è nuovamente in fase espansiva, siamo al valore si 1,03. Tre regioni hanno un Rt puntuale maggiore a 1, sei lo superano nel valore medio”.
A poter riaprire, invece, saranno i musei, in quanto “luogo simbolico della cultura del Paese”, ha detto Speranza.
La zona bianca
Speranza annuncia poi l’aggiunta di una quarta “zona” oltre quelle già definite: “Abbiamo inserito l’area bianca che scatta solo una volta raggiunti livelli epidemiologici molto bassi – ha spiegato -, con un Rt sotto l’1 e con 50 casi ogni 100mila abitanti. Sarà difficile che quest’area possa scattare nel breve periodo, ma cerchiamo di mantenere alta la fiducia per i mesi a venire”.
Il “barometro” dell’emergenza
“I numeri sono come un barometro – spiega ancora il Ministro della Salute nel suo intervento –, con la bassa pressione si annuncia la tempesta. Nel mondo i numeri son terribili: un caso confermato ogni 89 abitanti, un decesso ogni 3400. In Europa ancora peggio: 1 caso confermato ogni 27 abitanti, 1 decesso ogni 793 abitanti. Grandi nazioni come la Germania ed il Regno Unito sono in lockdown totale. Anche la Svezia, per la prima volta, si è dotata di una legge nazionale per decidere i lockdown totali”.
La “lunga maratona” del vaccino
“Siamo solo all’inizio del nostro lavoro sulle vaccinazioni – ha proseguito Speranza nelle sue comunicazioni all’aula –. Una campagna che non ha eguali in storia recente, e che rappresenta una lunga e difficile maratona, non una gara di velocità. Il vaccino è un bene pubblico globale, diritto un di tutti e non un privilegio di pochi. Per quello in Italia è gratuito, acquistato dallo Stato e distribuito alle regioni. Abbiamo un’opzione per 226 milioni di dosi che aumenteranno fino a 250 milioni nelle prossime settimane. Abbiamo opzionato quasi il doppio delle fiale necessarie per vaccinare tutti gli italiani”.
In attesa delle autorizzazioni da Ema e Aifa per i nuovi vaccini – AstraZeneca su tutti –, Speranza spiega: “L’Europa ha acquistato altre 300 milioni di dosi da Pfizer, per l’Italia significa altre 9 milioni di dosi nel primo trimestre. Moderna ha aumentato le dosi da 60 a 80 milioni, 20 saranno per l’Italia. Ero e resto convinto che in un clima positivo e di dialogo gran parte degli italiani vorrà vaccinarsi, senza ricorrere all’obbligo. A chi ha dubbi dobbiamo rispondere con la trasparenza ed il dialogo”.
La lealtà tra Stato e regioni
Dialogo che Speranza auspica anche a livello istituzionale: “Siamo nell’ultimo miglio, in un passaggio delicato e decisivo per vincere la battaglia contro questo terribile nemico invisibile. Ora più che mai serva una leale collaborazione da Roma a tutte le istituzioni. Il virus può tornarci a colpire duramente, proprio mentre portiamo avanti la più grande campagna di vaccinazione mai fatta. Teniamo fuori dalla polemica politica la salute degli italiani, non possiamo rallentare a poca distanza dal traguardo”.