Presidenza Siv, la Procura chiede l’archiviazione del fascicolo
La Procura della Repubblica ha chiesto al Gip del Tribunale, negli scorsi giorni, l’archiviazione del fascicolo aperto lo scorso novembre riguardo alla nomina della Presidenza Siv (Société Infrastructures Valdôtaines Srl), la controllata regionale che ha per obiettivo la realizzazione del nuovo polo universitario e dell’ampliamento ospedaliero.
Iniziati in ottica esplorativa, gli accertamenti – condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, anche attraverso l’acquisizione di documentazione presso la società – avevano visto successivamente l’iscrizione di un indagato, per l’ipotesi di abuso d’ufficio, culminata però nella richiesta di archiviazione a seguito delle valutazioni inquirenti sulla possibilità di sostenere concretamente l’accusa in giudizio.
E’ in corso, in questo periodo in Parlamento, la discussione sul Ddl Nordio che, nella revisione normativa introdotta dal testo, prevede la cancellazione del reato di abuso di ufficio (già oggetto di riforme che ne avevano modificato, restringendolo, il perimetro di applicazione). L’apertura del fascicolo era conseguente ad alcuni esposti giunti in Procura.
La vicenda era stata trattata, prima che in sede giudiziaria, in Consiglio Valle. A sollevarla era stato il gruppo di Progetto civico Progressista, per iniziativa della consigliera Chiara Minelli, sostenendo che la nomina dell’attuale presidente della società, l’ingegner Fabio Fabiani, fosse viziata da incompatibilità.
Secondo l’esponente dell’opposizione il presidente Siv, al momento dell’atto con cui la Giunta regionale gli ha attribuito la carica, era Direttore dei lavori del primo lotto della nuova università e non avrebbe rinunciato all’incarico (da cui si è dimesso lo scorso settembre) nei tempi previsti dalle norme.
Una visione cui aveva risposto a più riprese il presidente della Regione Renzo Testolin, sostenendo che l’incarico di Presidente è stato “affidato ad un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da due società e che l’interessato stesso è presidente del consiglio d’amministrazione di una delle due, mentre perché esista una causa d’incompatibilità l’attività professionale deve essere svolta in proprio da parte del soggetto incaricato”.
Presidenza SIV e presunte incompatibilità, la Procura apre un fascicolo
2 novembre 2023
Dopo aver animato la politica, la nomina della Presidenza SIV – la controllata regionale che ha per obiettivo la realizzazione del nuovo polo universitario e dell’ampliamento ospedaliero – è ora oggetto di accertamenti della magistratura. Un fascicolo è stato aperto dalla Procura della Repubblica, per ora senza ipotesi di reato né indagati, e negli scorsi giorni i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno acquisito documentazione presso la società.
L’iniziativa inquirente è conseguente ad alcuni esposti giunti in Procura. La vicenda è stata all’ordine del giorno del Consiglio Valle per tre volte. A sollevarla, il gruppo di Progetto Civico Progressista, attraverso la consigliera Chiara Minelli, che sostiene che la nomina dell’attuale presidente, l’ingegner Fabio Fabiani, sia viziata da incompatibilità, perché lo stesso era, al momento dell’atto con cui la Giunta regionale gli ha attribuito la carica, Direttore dei lavori del primo lotto della nuova università e non avrebbe rinunciato all’incarico (da cui si è dimesso lo scorso settembre) nei tempi previsti dalle norme.
Per parte sua, il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha sempre sostenuto che l’incarico di Presidente è stato “affidato ad un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da due società e che l’interessato stesso è presidente del consiglio d’amministrazione di una delle due, mentre perché esista una causa d’incompatibilità l’attività professionale deve essere svolta in proprio da parte del soggetto incaricato”.
Inoltre, aveva sottolineato Testolin, “l’interessato ha ulteriormente ribadito che tale incarico di direzione dei lavori deve essere considerato eseguito”, in quanto “la redazione e la consegna dello stato finale dei lavori, di tutte le relazioni correlate previste, si è verificata tra dicembre 2022 e gennaio 2023, dunque in epoca ovviamente anteriore alla nomina quale presidente del Consiglio d’amministrazione di SIV srl (avvenuta nel maggio 2023, ndr.)”. L’esame di cronologie e aspetti normativi, unitamente alla documentazione acquisita, impegnerà ora anche gli inquirenti.
Presidenza SIV: per Testolin “nessuna incompatibilità”, per Minelli “un ginepraio”
“Non ho fatto riferimento alla rinuncia all’incarico” in quanto “si ritiene che sia una informazione ininfluente ai fini della legittimità dell’atto di designazione”. Sono le parole con cui il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha motivato, nella seduta di mercoledì 11 ottobre, il non aver fatto riferimento – nel rispondere ad un’interpellanza in Consiglio Valle, lo scorso 28 settembre – alle dimissioni dal ruolo di direzione dei lavori del primo lotto del nuovo polo universitario rassegnate cinque giorni prima della seduta dall’ingegner Fabio Fabiani.
La presunta incompatibilità
Il professionista, il 22 maggio di quest’anno, è stato nominato dalla Giunta regionale Presidente del Consiglio di amministrazione della Société Infrastructures Valdôtaines, la controllata regionale (tramite Finaosta) che ha per obiettivo la realizzazione del nuovo polo universitario. L’aver mantenuto la veste professionale nell’ambito dello stesso cantiere, rivestita dal settembre 2014, secondo il gruppo di Progetto Civico Progressista lo ha posto in condizione d’incompatibilità (non sanata nei 15 giorni dalla nomina, termine fissato dalle norme in materia).
La precedente risposta del Presidente
Rispondendo ad un’interpellanza della consigliera Chiara Minelli, nella scorsa sessione consiliare, Testolin aveva affermato che l’incarico in questione “è stato affidato ad un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da due società e che l’interessato stesso è presidente del consiglio d’amministrazione di una delle due, mentre perché esista una causa di incompatibilità l’attività professionale deve essere svolta in proprio da parte del soggetto incaricato”.
Inoltre, era stata la tesi del Presidente della Regione, “l’interessato ha ulteriormente ribadito che tale incarico di direzione dei lavori deve essere considerato eseguito”, in quanto “la redazione e la consegna dello stato finale dei lavori, di tutte le relazioni correlate previste, si è verificata tra dicembre 2022 e gennaio 2023, dunque in epoca ovviamente anteriore alla nomina quale presidente del Consiglio d’amministrazione di SIV srl”.
L’interrogazione dopo le dimissioni
Alcune ore dopo quel dibattito in aula, però, il nostro quotidiano aveva “svelato” la rinuncia di Fabiani all’incarico professionale. In una nuova interrogazione, discussa appunto oggi, PCP ha chiesto non solo perché il Consiglio non fosse stato messo al corrente dell’evoluzione, ma anche quale fosse il soggetto che ha formalmente accettato le dimissioni e che ha attribuito, o attribuirà, l’incarico di nuovo direttore lavori al professionista che avrebbe dato la propria disponibilità.
Al riguardo, Testolin – dopo aver ribadito, citando le verifiche svolte dagli uffici, l’insussistenza di incompatibilità – ha risposto che, sulla base di quanto riferito dalla SIV, le dimissioni “sono state comunicate, oltre che al committente, al raggruppamento temporaneo”, composto da Tecno Service srl e Mythos Scarl, “titolare del contratto di direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza”.
Lo sconcerto di Minelli
Una risposta che ha scaturito lo sconcerto della consigliera Minelli: “Sarà lui che ha detto a sé stesso che accettava le dimissioni?! A me sembra che siamo veramente in una situazione che, da pasticcio che era, è diventata un ginepraio. Chi doveva fare dei controlli, adesso vedremo che cosa ha fatto. Credo che la conduzione generale di questa vicenda sia stata pessima. La situazione è grave”.
“Sono convinta – ha concluso l’esponente dell’opposizione – che la designazione di Giunta non ha effetto perché quelle dimissioni dovevano arrivare nel tempo stabilito, quindi credo che questa nomina sia nulla, ma immagino anche che gli atti che eventualmente questo presidente ha fatto in questi quattro mesi possano essere nulli e immagino che ci saranno incarichi e quant’altro. Credo che ci sia veramente da rimanere a bocca aperta”.
Domande e contraddizioni
Facendo riferimento alle varie risposte date nel tempo alle diverse iniziative depositate, Minelli poco prima aveva pure sottolineato, rivolgendosi a Testolin, che “lei la scorsa volta ha detto che tutto era concluso, quindi non c’era bisogno di fare nient’altro. Allora, perché adesso si nomina un nuovo direttore per quei lavori del primo lotto?”.
Secondo la consigliera, è una “contraddizione”, perché “se mi dite che è ininfluente che ci siano le dimissioni, che lo stato finale dei lavori è stato consegnato, che tutto è a posto e le cose sono state fatte nella maniera più regolare possibile, adesso come mai si nomina un nuovo direttore dei lavori” per quello stesso intervento?
Il Presidente SIV controllore e controllato? La questione è tornata in Consiglio
“E’ sorprendente la disinvoltura con cui cercate di aggirare le norme di legge e i principi della buona amministrazione, che è poi in pratica la dimostrazione dell’arroganza del vostro modo di agire”. Non ha usato mezzi termini la consigliera Chiara Minelli nel commentare la risposta ricevuta giovedì 28 settembre dal presidente Renzo Testolin ad un’interpellanza sulla presunta condizione di incompatibilità del presidente della Société Infrastructures Valdôtaines, l’ingegner Fabio Fabiani, designato dalla Giunta regionale lo scorso 22 maggio.
L’interpellanza consiliare
Si tratta della società che ha per obiettivo la realizzazione del nuovo polo universitario e dell’ampliamento dell’ospedale regionale. Secondo la consigliera, l’incompatibilità del professionista con la carica sta nell’incarico di Direttore dei lavori della nuova sede dell’UniVdA, assunto da Fabiani per la società “Tecno Services” nel settembre 2014, e – da quanto verificato da Minelli con un accesso agli atti a fine luglio – non oggetto di dimissioni nei 15 giorni successivi alla nomina (formalizzata da Finaosta, che controlla SIV, il 25 maggio 2023).
E’ il tempo previsto dalla legge per la rimozione di eventuali cause ostative, che peraltro – ha ricostruito la consigliera – era stato osservato correttamente da Fabiani per un’altra consulenza di cui era titolare, quella di project management nell’ambito dell’ampliamento e della ristrutturazione dell’ospedale regionale “Parini” (altro oggetto del campo d’azione della SIV). Minelli ha ricordato altresì che, per il Codice degli appalti, “il ruolo del Direttore lavori rimane tale fino al termine delle operazioni di collaudo e si esaurisce unicamente con la redazione della relazione sul conto finale”.
La risposta del Presidente
Al riguardo, il presidente Testolin ha evidenziato che l’incarico di direttore dei lavori del primo lotto del nuovo polo universitario non è stato comunicato da Finaosta alla Regione “tra quelli rilevanti ai fini della configurazione della causa di incompatibilità evidenziata e, a ben vedere, non avrebbe potuto accadere diversamente”. Il motivo? “Dal curriculum vitae sulla base del quale” la finanziaria regionale “compie le verifiche, emergeva a chiare lettere come si trattasse di un incarico già esaurito, come peraltro confermato dal responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, mi sembra in risposta” dell’accesso agli atti della consigliera.
Nel merito, Testolin ha poi comunicato che “l’interessato, con nota del 23 settembre, ha comunicato che il contratto di direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza relativamente al primo lotto del polo universitario è stato affidato ad un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da due società e che l’interessato stesso è presidente del consiglio d’amministrazione di una delle due, mentre perché esista una causa di incompatibilità l’attività professionale deve essere svolta in proprio da parte del soggetto incaricato”.
“Oltre a ciò, – ha continuato il Presidente della Regione – l’interessato ha ulteriormente ribadito che tale incarico di direzione dei lavori deve essere considerato eseguito, come peraltro evidenziato sul curriculum vitae, in quanto la redazione e la consegna dello stato finale dei lavori, di tutte le relazioni correlate previste, si è verificata tra dicembre 2022 e gennaio 2023, dunque in epoca ovviamente anteriore alla nomina quale presidente del Consiglio d’amministrazione di SIV Srl”.
Minelli preannuncia un seguito
Testolin ha quindi concluso per l’insussistenza di cause d’incompatibilità, scatenando la reazione di Minelli. ”Lei ha appena detto – ha tuonato la consigliera – che si considera concluso il lavoro perché è stato consegnato il certificato di stato finale dei lavori. Non è così, il collaudo si considera concluso quando viene fatto il collaudo di tutto, che deve contenere anche lo stato finale, ma deve avere una persona di riferimento ed è quel direttore dei lavori lì. Il direttore dei lavori è anche il presidente di SIV, ma che senso ha, ma com’è possibile non rendersi conto dell’assurdità di questa cosa?”. La rappresentante di PCP, temendo che la situazione “comporterà dei ritardi ulteriori rispetto alla consegna e al collaudo dele opere dei lavori”, ha concluso che “credo proprio che ci rivolgeremo a chi deve intervenire in caso di violazione delle leggi”.
I dubbi dei soci della Tecno Services
La questione, sulla base della corrispondenza che Aostasera ha avuto modo di visionare, è più ampia di quanto emerso in aula. Alcuni giorni dopo la comunicazione della Regione della designazione, il 13 giugno scorso, sono gli stessi due soci di Fabiani nella Tecno Services, gli ingegneri Chantal e Claudio Crétier, a chiedergli, con una Pec, come pensasse di tutelare l’operato della società, visto che in lui si sommavano, a quel punto, le figure di presidente del CdA della SIV srl, di presidente del CdA della Tecno Services, nonché il ruolo di Direttore lavori e di capogruppo mandatario del raggruppamento d’imprese aggiudicatario del servizio.
Non solo, il 25 agosto i due soci prendono nuovamente carta e penna e, stavolta, scrivono anche alla stessa SIV, nonché a Finaosta e Regione, perché nel mentre (il 28 luglio) il Consiglio regionale ha discusso una prima interpellanza di Pcp sulla presunta incompatibilità del neo-presidente SIV, conclusasi con la dichiarazione, da parte del presidente della Regione Testolin, della rimozione da parte di Fabiani delle cause ostative all’incarico. I due, sostenendo di non essere al corrente della rescissione dell’incarico di direzione lavori del nuovo polo universitario, chiedono documentazione che testimoni quanto affermato in aula, per valutare la situazione.
La risposta di SIV
La Regione non risponde. Finaosta nemmeno. Lo fa SIV il 30 agosto, per mano del responsabile unico del procedimento, sostenendo che “lo scrivente ha fornito tutti chiarimenti ed approfondimenti circa il contratto cui viene fatto riferimento ed al suo stato di attuazione ai diversi organi di controllo della società”. Risposta che i due richiedenti considerano non solo poco chiara, ma soprattutto non dirimente rispetto alla presunta incompatibilità e ribadiscono, in una terza missiva (siamo al 5 settembre), la necessità che tale condizione sia rimossa, dicendosi oltretutto estranei alla condotta del collega.
Gli ulteriori sviluppi
Oggi il Consiglio si è occupato nuovamente della questione, ma nella discussione non sono emersi altri elementi che Aostasera è riuscita, nel frattempo, a ricostruire. Lo scorso 24 settembre, quindi quattro giorni fa (e un giorno dopo la missiva che Testolin ha ripreso in aula), l’ing. Fabiani ha comunicato all’altra società nel raggruppamento d’imprese affidatario del contratto di essersi dimesso, “per motivi personali”, dal ruolo e dalle funzioni di direttore dei lavori del 1° lotto del nuovo polo universitario.
Ha altresì ribadito alcuni elementi sentiti oggi nella risposta del Presidente, cioè di aver redatto e consegnato ufficialmente, sin dal dicembre 2022, lo stato finale dei lavori, la relazione di accompagnamento allo stesso, facendo quindi presente che il collaudo strutturale ed il collaudo degli impianti sono stati ultimati e certificati dai rispettivi collaudatori, mentre il collaudo tecnico-amministrativo (provvisorio), dovrebbe essere ultimato non oltre la metà del prossimo ottobre. Con tale nota, l’ingegnere chiede anche ad un altro professionista del raggruppamento, che ha seguito in virtù della sua veste nell’ambito del contratto il cantiere, la disponibilità di subentrare nel ruolo di direttore dei lavori. Disponibilità che tale tecnico risulta aver manifestato.
Una vicenda, diverse questioni
La vicenda, così ripercorsa, pone diversi interrogativi. Alcuni potrebbero essere l’oggetto dell’annunciata iniziativa in sedi non politiche della consigliera Minelli (che è, va ricordato, un pubblico ufficiale e quindi ha il dovere, non solo il dirittto, di agire se ritiene siano stati commessi degli illeciti) e, eventualmente, solo il tempo dirà in merito. Altri sono (tema non nuovo per la nostra regione, soprattutto quando si tratta di società partecipate o controllate da piazza Deffeyes) squisitamente di opportunità. Su tutti, però, ne spicca uno. Perché il presidente Testolin – che nel dibattito odierno ha ricordato alla collega di Pcp che il Consiglio “non è un Tribunale e qua nessuno ha fatto delle cose che non devono essere fatte” – non abbia fatto menzione al Consiglio (e quindi, ai valdostani) di questi ultimi sviluppi?