Impegno Civico: “Siamo gli unici che propongono un taglio agli stipendi degli eletti”
L'istituzione di un osservatorio antimafia permanente, poi il potenziamento del reddito di inclusione e solidarietà. Una legge per tagliare gli stipendi agli eletti in Regione e cancellare i contributi ai gruppi e, ancora, un programma strategico di interventi per la ferrovia, misure urgenti in materia di gestione dei rifiuti, altre misure per creare lavoro e occupazione e infine alcuni indirizzi per lo sviluppo dell'agricoltura di montagna.
Impegno Civico ha approfittato di una conferenza stampa-comizio per spiegare, nel tardo pomeriggio, nel bar della banca Bcc di Aosta, alcune delle proposte di legge che intende mettere in cantiere nel caso i candidati della sua lista dovessero approdare in Consiglio Valle.
Durante l'ora di interventi si sono avvicendati vari candidati per spiegare le sette proposte, a cominciare da Chiara Minelli, insegnante e candidata alla Camera alle scorse elezioni, che ha esposto una bozza di legge sulla “sobrietà in politica”, proponendo “l'abolizione della diaria, stabilendo che l'indennità quale unica voce di stipendio, rimodulata in modo che lo stipendio netto dei consiglieri regionali venga ridotto di almeno il 20 per cento rispetto a quello attuale”.
Impegno Civico vuole inoltre dimezzare le indennità di funzione di presidenti di Giunta e Consiglio e assessori e cancellare tutte le altre, assieme al contributo mensile ai gruppi consiliari. “Nessun altra lista affronta questo tema – sostiene Minelli – salvo il 5 Stelle, ma nella loro proposta nei fatti non c'è un risparmio effettivo per la Regione perché non toccano la diaria e poi chiedono la riduzione del numero di consiglieri senza dire che questa è materia che viene decisa in Parlamento”.
Poi è stata la volta del consigliere regionale uscente, Alberto Bertin, già presidente in questa legislatura della Commissione consiliare che si occupava di fenomeni mafiosi in Valle: “Per la prima volta – ha detto – grazie anche all'intervento della presidente della Commissione nazionale antimafia (Rosy Bindi, ndr), le istituzioni hanno dovuto riconoscere che la presenza della ndrangheta in Valle d'Aosta è un fatto oramai storico”.
Bertin insiste molto sulla centralità e l'attualità del problema mafioso anche nella nostra regione: “Negli ultimi due anni sono state emesse dal questore di Aosta sei interdizioni antimafia – ricorda – bisogna anche tener presente che fenomeni come la criminalità organizzata impoveriscono un territorio”.
Per questo nella bozza di legge si propone di scegliere tre membri, selezionati da Consiglio regionale tra soggetti di riconosciuta esperienza nel campo di contrasto al crimine: “C'è bisogno di esperti e di tecnici a supporto del Consiglio regionale – spiega Bertin – perché quando si parla di questo problema ci si trova di fronte ad argomenti molto complessi”.
Riguardo al lavoro, sono intervenuti Fabio Protasoni, dipendente Acli e candidato al Senato il 4 marzo, e il consigliere regionale uscente Andrea Padovani. “Bisogna raggiungere, ragionando con le persone, una soglia minima di vita dignitosa, magari attivando anche le associazioni e una rete sociale che esiste e può aiutare – ha detto il primo, ragionando su una proposta di potenziamento del reddito di inclusione – piuttosto che applicare formulette statistiche”.
“In Valle d'Aosta, al 2016, 7560 persone sono sotto la soglia di povertà – continua Protasoni – è una realtà intollerabile e combatterla è una precisa azione di sviluppo”. Tra i vari indirizzi indicati si suggerisce di “rivedere urgentemente l'impostazione precedente che ha visto un intervento in 449 casi su 621 domande nel 2017, integrando i diversi strumenti locali, nazionali e europei, in un'azione coordinata e più efficace”.
“Sono quasi 20 mila i valdostani che vivono in qualche modo un disagio e un'incertezza nella vita, tra disoccupati, neet e precari – afferma invece Padovani – il nostro obiettivo per questa legislatura è abbassare il tasso di disoccupazione del 20 per cento”.
Jeanne Cheillon, Clémy Sandon e Alexandre Glarey sono intervenuti rispettivamente sui rifiuti, ribadendo tra le altre cose la richiesta di una raccolta porta a porta in tutta la Valle e l'allestimento di una “fabbrica dei materiali” per massimizzare la quota di riciclabile, sull'agricoltura, insistendo sulla necessità di sburocratizzare e chiedendo la possibilità di integrazione e diversificazione del reddito per gli addetti, e sulla ferrovia, chiedendo elettrificazione, ripristino della Aosta – Pré-Saint-Didier con eventuale allungamento della rotaia fino a Courmayeur e l'utilizzo tra Aosta Este e Sarre per la mobilità urbana.