Indennità Covid per sanitari e dipendenti pubblici: arriva l’impugnativa del Governo

08 Agosto 2020

Arriva l’impugnativa del Governo nazionale sulla legge di Assestamento di bilancio, approvata dal Consiglio Valle il 13 luglio scorso. “Varie norme eccedono dalle competenze statutarie e violano i principi costituzionali” spiega una nota del Consiglio dei Ministri, riunito oggi.

Fra le norme impugnate del provvedimento, quelle volte ad attrarre nuovi medici in Valle d’Aosta: l’articolo 13 relativo all’assunzione di personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, senza il preventivo accertamento della conoscenza della lingua italiana, l’articolo 14 sull”indennità sanitaria valdostana ma anche l’articolo 15 che riconosce una indennità una-tantum per i lavoratori dell’Azienda Usl coinvolti nell’emergenza COVID-19. Bocciato allo stesso modo l’articolo 22 che prevede un’indennità una-tantum per i lavoratori delle Unités des Communes valdôtaines e del Comune di Aosta coinvolti sempre nell’emergenza. Entrambe le norme sarebbero in “contrasto con le finalità perequative in ambito nazionale”. Bocciato allo stesso modo l’articolo 46 sull’indennità una tantum per il personale, regionale e degli enti locali, compreso quello degli Uffici stampa, che abbia prestato a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa presso la struttura Dipartimento Protezione Civile e Vigili del fuoco, nei mesi di marzo e aprile 2020.

In materia di discariche, viene contestato dal Governo anche l’articolo 10 su tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi e l’articolo 81  che proroga di un anno, dalla data di originaria scadenza, le autorizzazioni rilasciate per le discariche per rifiuti speciali inerti, di titolarità pubblica, presenti nel territorio regionale.

Stop anche all’articolo 77 che autorizza semplificazioni in materia di contratti pubblici e l’articolo 78 sulle modalità semplificate per la realizzazione di interventi edilizi. 

Infine brutte notizie anche per chi sperava in procedure più snelle per le assunzioni nella pubblica amministrazione. La norma impugnata (l’art. 91) autorizzava la Regione a effettuare assunzioni a tempo determinato nel limite della spesa teorica calcolata su base annua con riferimento alle unità di personale, anche di qualifica dirigenziale, cessate dal servizio nel 2019 e non sostituite e alle cessazioni programmate per l’anno 2020. Per gli enti locali era invece previsto l’utilizzo di forme di lavoro flessibile per sostituire il personale assente o cessato.

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