“Inutile e dannosa una pista battuta tra i fuoripista del Monte Rosa”: in quattro contro il progetto

06 Aprile 2017

Una nuova pista da sci che passerebbe all'interno della Zona di protezione speciale Rete Natura 2000 – Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, "in un contesto ambientale assai delicato, tra i 3275 metri e i 2328". Legambiente, Cai della Valle d'Aosta, la onlus Montain wilderness Italia e i gestori del rifugio Horestes Hütte chiedono, con sfumature diverse, ma critiche simili, di fermare il nuovo progetto, presentato lo scorso febbraio da Monterosa Ski come "miglioramento del tracciato sciabile Indren-Gabiet", nel territorio del Comune di Gressoney-La-Trinité.

Ed è proprio la dicitura, l'utilizzo del termine "miglioramento", ad aver suscitato la reazione dei quattro soggetti che hanno presentato le loro osservazioni alla proposta della società di impianti. "Nel titolo si parla di miglioramento di un tracciato sciabile esistente – afferma ad esempio il documento di Mountain wilderness – ma la relazione dichiara che il progetto riguarda una pista che attualmente non esiste".

"Questa – continua la onlus – corre solo in parte su un percorso già frequentato come fuoripista, ma per un tratto è totalmente nuova, da costruire fuori dalle aree attualmente sciabili". Il nuovo percorso corre infatti lungo due chilometri e scende giù ad ovest rispetto al fuoripista che passa dal Canale dell'Aquila, in cui l'unico intervento umano è quello di segnalare una traccia ideale con delle paline rosse.

Per ottenere questo nuovo tratto, i lavori necessari sono giudicati "imponenti": "Complessivamente – si legge tra le osservazioni del Cai e quelle di Legambiente – l'elaborato progettuale prevede, peraltro con una stima approssimativa, lo sbancamento di oltre 41 mila metri cubi di materiale che verrà totalmente reimpiegato all'interno del cantiere, per modellare e comunque modificare la morfologia del terreno, allo scopo di consentire l'intervento dei mezzi battipista".

"L'entità di questi lavori (il costo ammonta a 1 milione e 250mila euro) è scarsamente dettagliato – continua il Cai – e inoltre è prevista la realizzazione di scogliere di sostegno di malta e pietra, di notevoli dimensioni: fino a 250 metri di lunghezza, fino a 5 metri di altezza".

Se i gestori dell'Horestes Hütte si mostrano soddisfatti della realizzazione nel 2006 del collegamento che dal passo dei Salati porta a Indren, le tre associazioni rilevano una contraddizione: "Si era già denunciata la non sostenibilità economica dell'impianto funiviario: oggi emerge che la mancanza di piste di discesa, condizione iniziale per fare dell'impianto un'attrattiva irresistibile per i free riders, è ritenuta invece un limite per la sua redditività".

Il paradosso, a leggere le osservazioni, si può sintetizzare in questi termini: il problema dell'impianto funiviario, che era stato costruito nel 2006 per sfruttare il fuoripista sarebbe, secondo il progetto redatto dal dottore forestale Enrico Ceriani e dall'ingegnere Marco Fiou, il fatto che non esista pista battuta.

Secondo i gestori dell'Horestes Hütte, anche la motivazione di migliorare la sicurezza sul tracciato sarebbe debole: "Risulta difficile un aumento della sicurezza del fuoripista (che, a leggere il progetto, sarebbe ancora praticabile sui vecchi tracciati, ndr), poiché i pisteur-secouristes non sono abilitati a soccorrere fuori dal tracciato battuto". "Quando si digita sui motori di ricerca “Indren off-piste” – continuano poi – ci si imbatte in una serie di articoli e testimonianze che dimostrano che l’impianto di Indren è conosciuto dagli appassionati in tutta Europa ed è apprezzato per la sua peculiarità: l’assenza della pista".

"In poche parole – concludono i gestori – per la fretta di aggiungere una nuova pista in un mare di altre piste (il comprensorio della Monterosa ski si estende per 180 km di tracciati su tre valli diverse) si rischia non solo di rovinare questo paradiso del fuoripista, ma si devasterebbe una zona idilliaca che attrae il turismo estivo di montagna ed alta montagna".

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