La Grand Paradis tra abbandoni e tentativi di riconferme punta sulla prudenza

24 Febbraio 2020

Per capire come le regionali influenzino la sorte politica dei comuni o, più semplicemente, i sentimenti degli amministratori comunali, basterebbe fare un giro nella comunità montana Grand Paradis. Come quando sapete che state andando a un appuntamento dove scoprirete delle cose, ma una volta all’appuntamento non vi viene detto nulla e voi tornate a casa con più dubbi di prima. Nella Plaine e nei soleggiati comuni che si stagliano fino ad Avise, la situazione è calma (quasi) dappertutto. Non sono i sindaci uscenti a confermare una certa tranquillità di fondo, quanto il fatto che poche liste avversarie si siano finora proclamate o abbiano dichiarato la loro presenza alla luce del sole.

Massimo Pepellin

Ex cugino dell’ormai commissariato Saint-Pierre, Sarre è il comune più grande dell’Unité e il secondo in Valle d’Aosta; ex baluardo dell’Union, già strappato la scorsa legislatura al Leone Rampante dalla lista dell’odierno sindaco Massimo Pepellin, nel comune della Plaine la squadra guidata dal sindaco uscente si sta già organizzando con alcuni cambiamenti al suo interno e alcuni ingressi, nel segno della continuità. Voci insistenti darebbero come probabile vice sindaco Lorenza Palma, avvocato, da anni impegnata nell’associazione Valle Virtuosa, ma il sindaco non conferma e non smentisce, forse anche per non precludere nessun accordo: “Stiamo lavorando sempre nel segno di Insieme per Sarre, il progetto che ci ha accomunati 5 anni fa e che continua a essere l’unico motivo importante di discussione. Ovviamente siamo aperti a tutti coloro che credono nel progetto e che si impegnano sul territorio”. Sembra non essere più della partita Roberto Cunéaz, attuale vice sindaco, che potrebbe partire in volata verso Piazza Deffeyes sotto il segno dell’Alliance, mentre potrebbe fare il suo ingresso nella squadra Béatrice Lao, ex dipendente comunale nell’ambito sociale. Nessun veto da parte di Pepellin a persone che provengono da diverse forze politiche, basta che il loro impegno e la loro voglia di partecipare attivamente alla vita del paese siano conclamate: “Da parte mia nessuna contrapposizione a chi, nel suo privato, abbraccia un colore politico definito, ma noi siamo una lista civica e il nostro unico obiettivo è il bene del paese”. L’Union, che a Sarre non è solo provata dalla situazione regionale, ma non vanta più la forza e l’appeal di 15 anni fa, non avrà probabilmente i numeri e le persone per la costruzione di una lista, ma si è già data da fare per intavolare un discorso con il primo cittadino: “Si sta discutendo con alcuni esponenti UV, continuo a dirlo, da parte nostra c’è una grande apertura e nessun pregiudizio”. Per una Union Valdôtaine pronta a sedersi al tavolo di chi all’ultima legislatura l’ha battuta, c’è una Lega che si sta organizzando per la creazione di una lista e che appena 6 mesi fa aveva tentato un approccio con Pepellin tramite il consigliere regionale Distort, protagonista di un colloquio in comune. “Niente più che un colloquio informale” ribadisce Pepellin, ma chi può dirlo che l’Union, da leone ferito in un angolo non si trasformi in ago della bilancia se la Lega dovesse correre all’assalto del Castello Reale? A guidare le truppe nella presa del maniero potrebbero esserci la coppia Distort e Manfrin, che sembrano muoversi sul territorio e forse un volto già noto al consiglio comunale come quello di Sylvie Spirli che però ha cambiato bandiera dalla sua prima esperienza, passando dal Pdl alla Lega di Salvini.

Dall’assalto di un castello all’altro: dalla collina di Sarre si vede chiara la fortezza turrita di Aymavilles, che svetta elegante e solida, così come sembra esserlo la leadership di Loredana Petey nel comune ai piedi della valle di Cogne. La Sindaca non si sbilancia, domani è attesa una riunione di maggioranza in cui si capirà se il tandem Petey-Belley è ancora valido, anche se alcune fonti riportano di qualche scricchiolìo nella coppia che 5 anni fa batté per soli 9 voti la lista di Luciano Saraillon. Fedele Belley non commenta, ma afferma che le consultazioni sono solo all’inizio e che la sua disponibilità potrebbe esserci, ma diverse cose vanno prese in considerazione.

Franco Allera, sindaco di Cogne

 

Più si sale e più il gioco potrebbe diventare interessante. A contendersi la partita sui prati di Sant’Orso potrebbe esserci più di una lista, anche se per il momento l’unico a esporsi sembra Franco Allera: “Stiamo lavorando nel segno della continuità, io non posso segnalare grossi movimenti a Cogne, ma potrebbero esserci delle forti spinte da Aosta, questo è innegabile”. Le forti spinte arrivano sempre dalla stessa direzione, è quel vento che arriva da destra, ma non si capisce quanto sia presente e persistente, perché di palesarsi per il momento nemmeno ancora non se ne parla. Se Massimiliano Glarey declina qualsiasi coinvolgimento nella possibile creazione di una lista, Davy Gérard, giovane enfant du pays potrebbe essere un profilo di destra, forse un ipotetico Front Valdôtain, sicuramente non Lega, rumour che potrebbe essere un ulteriore tassello di un puzzle già criptico e interessante.

Riccardo Moret

Cambio di Valle, ma ipotesi Forza Italia sempre presente. Siamo a Valgrisenche e qui, il sindaco Riccardo Moret è pronto, ma il cambio di casacca sembra essere quasi definitivo. Voci danno il sindaco molto vicino alla formazione di Emily Rini, ma il punto è la creazione di una lista che si vorrebbe contrapposta a quella ipotetica di Moret: “Siamo agli albori di quello che potrebbe essere – commenta il primo cittadino -, stiamo partendo alla creazione di un progetto, ma tutto dev’essere ancora verificato e al momento non commento nulla”.

Nelle due Rhêmes una sola è la certezza: nessuno dei due sindaci si ripresenterà. Laura Cossard è al termine dei suoi mandati, mentre Corrado Oreiller dichiara che non sarà di nuovo in corsa per il comune, ma ci tiene a sottolineare come “ci stiamo impegnando affinché i giovani si facciano avanti e, anche se il nostro elettorato non ha grandi numeri, lasciamo il comune in ordine e con i conti buoni. Ci sono giovani che sono disposti e vogliamo lavorare con loro e per loro, istruendoli su bandi europei e su tutto quello che anche un comune piccolo può fare. Lavoro anch’io con loro, ma non sarò più sindaco, la mia esperienza finisce qui”.

Scendendo a valle la situazione si scalda, ma a Introd Vittorio Anglesio conferma la sua disponibilità e quella del suo vice: ” Non so di grandi movimenti, io ho iniziato a fare alcuni discorsi con la minoranza per una lista unica, ma dopo mesi di incontri nulla si è concretizzato e nessun compromesso è stato raggiunto quindi noi abbiamo continuato a lavorare in un senso. Vogliamo gente motivata e diamo una grande importanza all’anagrafe: dobbiamo lavorare per un futuro e vorremmo creare già un ricambio”. Rimane il fatto che questa minoranza che ha interrotto le comunicazioni potrebbe aver trovato una nuova collocazione, magari di verde vestita e magari guidata da un consigliere regionale profeta in patria come Roberto Luboz, che, per le viuzze di Introd ci è cresciuto e che potrebbe partire dal suo comune per una rete di possibili giunte leghiste. Al momento anche all’ombra dell’elegante dimora dei Conti Caracciolo di Brienza niente si muove alla luce del sole, forse per paura di farsi bruciare le ali come fu per Icaro.

Erik Lavy, responsabile della Jeune Vallée d’Aoste

Altro comune dove la Lega sembrerebbe avere un esponente pronto per le regionali Saint-Nicolas, terra dai nomi illustri e dove Erik Lavy, giovane della Jeune Vallée d’Aoste sembrerebbe pronto a saltare le canoniche tappe dell’amministratore per tentare la volata verso palazzo regionale, lasciando il comune a una lista unica composta dal sindaco uscente Davide Sapinet, che però non conferma: “Stiamo ragionando su diverse possibilità, io ho già detto che per me 2 mandati erano sufficienti e giusti, ma abbiamo lavorato bene e vorremmo fare ancora bene per il nostro paese. In queste settimane valuteremo e poi decideremo, l’importante è trovare una squadra che amministri bene, ma che si impegni anche per il tessuto sociale del paese. Daremo la priorità a chi in 5 anni ha dimostrato di avere a cuore il futuro del comune”. Sapinet, uomo di fiducia di Erik Lavevaz si dice a completa disposizione del movimento (e sembra che anche sua sorella Alina possa essere un nome vicino alla candidatura unionista per le regionali), il che potrebbe significare una sua ricandidatura per far sì che le bandierine unioniste non scompaiano completamente dalla mappa delle comunali, oppure potrebbe significare una sua disponibilità per la corsa alle regionali, anche se altri nomi unionisti sembrano voler partire dal paese di Cerlogne per volare verso il consiglio regionale e troppi galli nello stesso pollaio, o, meglio, leoni nella stessa gabbia, potrebbero nuocere alla causa del partito.

A Villeneuve le comunali non sono al primo posto come priorità, mentre i lavori della frana procedono come previsto da cronoprogramma, ma il sindaco Bruno Jocallaz non si dice preoccupato e conferma la sua disponibilità, addirittura indicando già come vice Loris Peano, finora solo consigliere. Alla luce dei movimenti interni al paese non si registrano creazioni di altre liste, ma nulla è sicuro nemmeno per il paese dei barmé.

Mauro Lucianaz

Chi doveva essere un nome più che certo per le regionali è Mauro Lucianaz, primo cittadino di Arvier, che però sembrerebbe rimanere al suo posto. Dopo il tentativo di mandare avanti il suo vice Josiane Godioz e invertire le posizioni al comando e anche di abbandonare la squadra per la Regione, sembra che il tandem rimarrà invariato per un altro mandato, nonostante il primo cittadino sia un fedele unionista forse il momento per le regionali è solo prudentemente rimandato attendendo momenti decisamente più positivi per la situazione politica valdostana. Al momento nessuna lista sembrerebbe concretizzarsi contro la candidatura di Lucianaz, ma è ancora presto per dirlo; mentre non è presto per dire che Avise deve fare i conti con un problema di persone per la creazione della lista e soprattutto l’impossibilità per Romana Lyabel di ricandidarsi, il che pone il comune ai confini con la Valdigne di fronte a un dilemma ben più grande che i giochi politici e amministrativi.

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