La Réunion è realtà, l’UV verso la nuova presidenza

16 Giugno 2024

“Oggi non è il giorno dei tecnicismi, oggi è il giorno del cuore. Voi riuniti qui siete il popolo che può sostenere questa causa”. A sintetizzare l’atmosfera del Congrès Extraordinaire dell’Union Valdôtaine a Saint-Vincent ci ha provato il Presidente della Regione, Renzo Testolin, dal pulpito di una sala congressi dell’Hotel Billia di nuovo piena, come il 18 maggio 2023, con la differenza che questa volta la Réunion è realtà.

Congresso UV

Bando ai dissapori, bando alle difficoltà incontrate sul percorso (che nessuno degli unionisti nega), bando alle scivolate che hanno spesso rasentato la vanificazione del tentativo di ricongiungere tutte le anime del Mouvement: questa volta tutti sembrano essere tornati a casa. Quasi tutti. O comunque sono tornati quelli che “nei valori dell’Union hanno sempre creduto e mi preme di sottolineare sempre”, come ribadisce nel suo intervento Patrizia Morelli.

A Saint-Vincent va in scena l’addio alla Presidenza del partito di Cristina Machet che si è detta contenta di quanto fatto fino qui, emozionata di parlare davanti a una folta platea, sinonimo di un successo che in molti non speravano, ma anche malinconica per un ciclo che si chiude e si palesa l’ultimo sprint di una corsa alla presidenza che ha visto 2 candidati contrapporsi, senza fin qui trovare una sintesi: “Erano più di due a volersi candidare – rivela la Machet -, ma questo non dev’essere visto come un motivo di divisione, anzi, significa che il dibattito è vivo e che il Movimento è vivo”.

Cristina Machet

Nonostante questo Congrès Extraordinaire decreti la fine della presidenza Machet, la questione che tutti attendono è un’altra, ossia sentire le parole di chi, in questa giornata, ha deciso di rientrare formalmente e ufficialmente nell’Union dopo anni e spesso decenni in altre formazioni politiche o semplicemente non più tra le fila del Leone Rampante.

Ad accontentare chi, come San Tommaso, finché non vede non crede, si sono susseguiti sul palco Albert Chatrian, convinto che il popolo unionista stia scrivendo una pagina importante della storia della Valle d’Aosta e che meriti un Movimento capillare, dinamico, frizzante e che sappia guardare al domani: “Dopo 18 anni, stamattina sono di nuovo un tesserato unionista; dobbiamo ricostruire noi stessi per tornare a essere il punto di riferimento della comunità valdostana non solo a livello regionale, ma anche nella città di Aosta. Per portare avanti questo progetto è fondamentale formare un gruppo in Consiglio Valle di 11 membri sotto lo stesso simbolo, quello dell’UV, ed è quello che faremo. Penso inoltre che l’espressione di 2 candidati alla presidenza sia una garanzia per l’Union, significa che tutti potranno scegliere: scegliere oggi per lavorare insieme domani”.

Se Chatrian rientra dopo 18 anni, Luciano Caveri non specifica quanti anni lo hanno separato dal Leone Rampante, ma lancia il cuore oltre l’ostacolo (siccome di cuore a Saint-Vincent si è parlato tanto n.d.r.), agitando la sua nuova tessera unionista: “Questa carte d’adhésion è come una spada e serve a difendere il popolo valdostano in Europa e nel mondo e a ridare ai valdostani la voce che meritano. I rischi di polarizzazione sono evidenti e grandi, da sinistra e da destra, dobbiamo stare attenti e per questo motivo dobbiamo mettere un punto e andare a capo, senza guardare indietro, ma solo guardando l’orizzonte. Nel popolo valdostano ci sono la necessità e il desiderio di stare insieme per risolvere i problemi”.

Si susseguono sul podio anche il Sindaco di Gressan Michel Martinet, Corrado Jordan, Diego Bovard (ri-tesserato dopo 15 anni fuori dal Mouvement), François Stévénin e Erik Lavevaz, quest’ultimo uno degli uomini del movimento che per primi cercò di accendere i motori della riunificazione e che riuscì, a capo dell’UV, a strappare un risultato incredibile per i suoi alle elezioni regionali del 2020: “Oggi non è un punto di arrivo, ma una nuova partenza che sarà fondamentale per concretizzare un sogno: bisogna concretizzare per essere un movimento che trasformi le idee in realtà. Ci sono tanti argomenti pesanti a livello nazionale che toccano da vicino la Valle d’Aosta e bisogna lavorare; oggi è un giorno di festa e di grande emozione e sono felice di vedere questa emozione anche in Luciano e Albert (Caveri e Chatrian n.d.r.) che stamattina si sono tesserati, è importante. All’esterno c’è gente che non avrebbe voluto vederci festeggiare oggi e che avrebbe preferito che questa sala fosse vuota, ma c’è anche tanta gente da convincere, gente che ci osserva per vedere se saremo in grado di concretizzare!”.

La sintesi non riesce: rimangono due candidati per la presidenza UV

Dopo diversi interventi tutti a stampo Réunion, torna a galla anche la questione presidenza e mancata sintesi tra i 2 candidati. Nella sala, dove poche ore prima Farcoz e De Giorgis ancora salutavano e, forse, cercavano l’ultima zampata, ora sono i rispettivi campi a parlare. Pierre Bonel non nasconde un po’ di amarezza per alcune maldicenze messe in giro da chi avrebbe detto “che io, Thierry e Daniele non saremmo patoisants. Lo siamo eccome e sappiamo lavorare e impegnarci per il bene del movimento. La nostra candidatura è frutto di una richiesta che è partita dalla base e che è stata espressione di diverse aree geografiche della Valle d’Aosta legate all’UV: siamo riusciti a mettere di nuovo intorno a un tavolo tanti unionisti che non si sentivano più tali e che avevano finito con l’abbandonare la vita del partito. A chi dice che se da domani non dovessimo essere noi la leadership del partito fonderemmo un nuovo soggetto politico mi sento di rispondere ridendo e assicurando che in ogni caso noi saremo pronti a lavorare per il bene dell’Union”.

A “difendere” la candidatura di Joel Farcoz saranno Michel Savin e Patrizia Morelli (rispettivamente tesoriere e vice presidente designati in caso di vittoria di Farcoz). A essere più incisiva, perché molto più attesa dal popolo unionista, l’ex Alpe Morelli: “La politica è fatta di cuore e testa, ma oggi devo ammettere che è difficile scegliere cosa spinga più forte. Il 16 giugno per la grande storia sarà un giorno come un altro, ma per noi e per la nostra storia è una giornata memorabile. Oggi celebriamo la riunificazione e sotto il simbolo dell’Union Valdôtaine per scelta. Avevo ipotizzato che il percorso verso una nuova presidenza andasse in maniera diversa, ma ci sono 2 candidature e va bene così, a Bonel dico che non serve farne un dramma. Io sono qui per lavorare e per portare il mio contributo in qualcosa in cui ho sempre creduto. Quelli dell’Union sono i valori in cui tutti noi abbiamo sempre creduto. Sempre. Anche se non eravamo in questo Mouvement. Bisogna andare al di là di quello che abbiamo vissuto e guardare oltre le frizioni e i dissapori: le radici che abbiamo sono comuni e stasera l’unico che vincerà sarà l’Union Valdôtaine perché la memoria non sia d’ostacolo a un futuro che va pensato e costruito insieme”.

L’apertura a sorpresa di Pays d’Aoste Souverain

A sorprendere forse più di tutti oggi è stato però Christian Sarteur, responsabile politico di Pays d’Aoste Souverain, invitato in quanto osservatore al Congresso: “Abbiamo votato i primi 3 punti della carta ma avremmo tranquillamente potuto firmarla tutta. La mia domanda è una sola: siete davvero sicuri e in grado di difendere lo Statuto? Siete pronti? Perché le battaglie a cui il popolo valdostano verrà confrontato saranno tante e dure e arrivano da Roma, dai fascisti, chiamiamoli con il loro nome, che ci governano. Siamo minacciati nella nostra identità, nella nostra lingua, nella nostra cultura, ma non solo. Se sarete in grado di difendere lo Statuto e l’identità valdostana allora noi saremo al vostro fianco e perché no forse potremmo anche pensare a una coalizione”.

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