La sede del Politecnico di Verrès al centro di una sfida tecnologica e imprenditoriale

16 Gennaio 2008
 “Abbiamo di fronte a noi un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, e insieme possiamo giocare un ruolo decisivo per il rilancio del settore industriale e produttivo locale”. Questo l’invito rivolto ieri, a Bard, agli industriali valdostani, da Maurizio Rebaudengo, coordinatore del "Tavolo permanente per l’innovazione tecnologica", istituito a novembre nell’ambito della convenzione per la creazione del Polo tecnologico di Verrès. Erano presenti tutti i partners dell’iniziativa: il Politecnico di Torino, rappresentato da Guido Saracco, professore ordinario di chimica industriale e vice rettore, la Confindustria Valle d’Aosta, rappresentata dal presidente Giuseppe Bordon, e la Regione, rappresentata dagli assessori Leonardo La Torre e Laurent Viérin e dal presidente della Giunta, Luciano Caveri.
Al centro del vertice, l’esigenza, fortemente avvertita, di rendere operativo e concorrenziale il polo di Verrès. “La nostra autosufficienza economica e quindi la nostra stessa sopravvivenza come ateneo – ha affermato Guido Saracco, del Politecnico – dipende dalla nostra capacità di creare sempre più punti di contatto tra l’offerta formativa e i poli di interesse industriale presenti sul territorio, creando centri di eccellenza nell’ambito della ricerca. E’ quanto abbiamo fatto, per citare solo qualche esempio, ad Alessandria, con le materie plastiche, a Mondovì, con il settore agroalimentare. A Verrès intendiamo trasferire il centro meccatronica ora presente aTorino. Ma soprattutto – ha sottolineato con forza Saracco – puntiamo a un’indispensabile interazione con le aziende valdostane, alle quali offriremo un “menu” di competenze da sfruttare nell’ambito della ricerca. Non possiamo fare della didattica a 20 persone solo per consentire a qualche politico di piazzare una bandierina colorata su una cartina. Siamo qui proprio per dare vita a qualcosa di diverso“.
Secondo Giuseppe Bordon, rappresentante degli industriali locali, sarebbe giunto finalmente il momento di dare concretezza ad una formula ormai abusata e svuotata di significato. “Da troppi anni sento parlare di “ricerca e sviluppo”, un mantra recitato senza reale convinzione e impegno. Abbiamo chiuso, dopo 14 anni di attività, un Centro sviluppo, le cui potenzialità non abbiamo saputo sfruttare in modo adeguato. Credo tuttavia – ha proseguito – che dopo tante false partenze ora ci sia la possibilità concreta di una svolta, ma siamo noi industriali a dovere darle concretezza, a creare un innesco, a cominciare a sfruttare il potenziale fornitoci dal Politecnico, ad avere, soprattutto, il coraggio di proporre e di innovare: se noi raccoglieremo questa sfida gli altri ci seguiranno”.
Il presidente Luciano Caveri ha ricordato i cospicui fondi comunitari, come il Fondo Sociale Europeo, Obiettivo 2, e la Carta degli Aiuti di Stato, in grado di fornire supporto finanziario al mondo imprenditoriale locale. “La Regione, anche grazie alle sue competenze legislative e alle patnership create e consolidate negli anni – ha sottolineato rappresenta un valido sostegno allo sviluppo. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, le nostre specificità culturali e territoriali, tipiche di un territorio di montagna e di frontiera, grazie alle quali possiamo diventare pionieri in ambiti legati alla tecnologia facilmente esportabili altrove, come gli impianti di risalita, il soccorso e la sicurezza in montagna, i trafori”.
Il ruolo della Regione è stato ribadito anche dall’assessore alle Attività produttive Leonardo La Torre. “In passato – ha ricordato – l’azione dell’amministrazione regionale è stata percepita, talvolta, come invasiva. La Regione può rappresentare però un punto di forza in virtù della sua capacità di investimento mirato sul territorio. Per restare al passo con la competitività globale, le aziende devono a loro volta fare un passo avanti, e dare vita ad aree di progettualità tecnologiche”.
Quanto all’assessore regionale all’Istruzione, Laurent Viérin, ha evidenziato l’importanza della formazione, da considerare in funzione della continua crescita professionale richiesta dal mercato. "Sta crescendo in questi anni – ha sottolineato Viérin – la consapevolezza dell’entrata in crisi del circolo virtuoso innovazione-sviluppo-crescita-occupazione, e quindi l’esigenza di preparare gli individui giovani ad inserirsi costruttivamente in un modello di società dinamico e in continua evoluzione. Il coinvolgimento del Politecnico di Torino offre alla nostra regione un serbatoio di risorse umane e di conoscenze così ricco da rendere possibili scelte di eccellenza in una gamma ampia di settori”.
 
Infine, è stata evidenziata più volte nel corso dell’incontro la necessità di attirare a Verrès studenti, valdostani, italiani e stranieri, interessati a sviluppare le competenze maggiormente richieste dalle imprese valdostane, specialmente nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. A questo proposito, è stato definito incoraggiante il numero di iscrizioni registrate nella sede valdostana del Politecnico, che, contro ogni previsione, ha ormai superato in tal senso la sede di Ivrea.

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