La Valle d’Aosta a rischio zona gialla, Lavevaz: “Chiamati alla responsabilità comune”
La Valle d’Aosta intravede la zona gialla. Salvo valutazioni diverse la nostra regione potrebbe dire addio alla “bianca” fra due settimane. L’aumento del numero di contagi, del numero delle ospedalizzazioni e la riattivazione della terapia intensiva Covid sono tutti segnali che il virus è tornato a circolare.
La scorsa settimana (dal 5 all’11 novembre) l’incidenza dei casi positivi ogni 100mila abitanti era di 58,9 (numero destinato già questa settimana a raddoppiare), l’occupazione di posti in reparti ordinari al 6%.
In base all’ultimo decreto per il passaggio in zona gialla è richiesta un’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti e che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10% (per la Vda tre posti letto)o che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15% (12 posti letto in VdA). Scatta la zona gialla anche se i casi settimanali superano i 150 settimanali ogni 100mila abitanti ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20% oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%.
Il passaggio in zona gialla comporta l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto e per bar e ristoranti, limitazioni sul numero di persone che possono sedersi allo stesso tavolo (massimo quattro, a meno che non si tratti di conviventi, con una distanza minima di un metro tra i commensali) ma anche
una minore capienza per cinema, teatri e stadi (scende al 50% per teatri, cinema, sale da concerto e stadi e al 35% per gli impianti sportivi al chiuso).
La preoccupazione per il cambio di zona è emersa anche questa mattina in Consiglio regionale dalle parole del Presidente della Regione Erik Lavevaz.
“Non posso che aprire queste comunicazioni con un aggiornamento rispetto alla situazione della pandemia nella nostra regione. Gli ultimi dieci giorni, come abbiamo potuto vedere tutti, hanno segnato un netto incremento dei contagi registrati in Valle d’Aosta: l’aumento registrato in altre zona d’Italia ha raggiunto anche il nostro territorio, con numeri preoccupanti per la prospettiva e la rapidità della crescita”.
Da qui l’invito alla popolazione a vaccinarsi: “Non mi stanco di ripetere l’appello a tutti i valdostani: abbiamo uno strumento potentissimo, quello della vaccinazione, che dobbiamo utilizzare insieme per scongiurare peggioramenti e restrizioni. Un anno fa vivevamo uno dei picchi della pandemia, con il contagio che aveva messo in forte difficoltà il nostro sistema sanitario: se oggi non siamo in quelle condizioni è perché una gran parte della nostra popolazione si è fatta carica di questa responsabilità comune. Ma l’emergenza non è finita: registriamo di nuovo dei casi gravi che devono essere trattati in terapia intensiva, e nei giorni scorsi abbiamo purtroppo dovuto far fronte alla morte di altre persone colpite dal virus. Ancora oggi, quindi, siamo chiamati alla responsabilità comune: questo nell’interesse di tutti, del nostro sistema sociale ed economico, per dimostrarci una comunità capace di solidarietà e coesione”.