Legambiente interviene sulla polemica tra comune di Issime e Associazione Augusta
“Sindrome da pensiero unico: se non sei con noi sei contro di noi. Capita, quando non si riconosce il positivo ruolo giocato in democrazia da chi non la pensa come te. E gli effetti sono grotteschi come nel caso di quanto accaduto all’Associazione Augusta di Issime, prima associazione walser italiana, che incredibilmente scompare dalla guida turistica fatta recentemente ristampare dal Comune”. Legambiente Valle d’Aosta prede così posizione in una nota stampa nei confronti di quanto accaduto nel piccolo paese della vallata walse, dopo l’intervista di denuncia rilasciata alla Stampa (pubblicata l’8 di settembre) da Don Busso, presidente dell’associazione Augusta.
“Se la colpa dell’Associazione è quella di essersi schierata contro poteri forti interessati alle speculazioni ambientali nel Vallone di San Grato, Legambiente chiede con forza al Sindaco di Issime, anche in qualità della sua posizione di Presidente della Comunità Montana patria della comunità Walser, di rispondere del ridicolo rimaneggiamento del documento: e di farlo senza attribuire responsabilità, francamente poco credibili, a chi ne ha curato solo la stampa. Ci si chiede anche, a questo punto, se l’assenza di una rappresentanza dell’Associazione Augusta al recente convegno sui Walser, tenutosi a Bard il 28 agosto u.s., sia da collegarsi alla stessa logica di esclusione”.
Nell’articolo pubblicato sulle pagine regionali del quotidiano “La Stampa,” Don Busso evidenziava infatti che “La pubblicazione, inserita nel progetto realizzato nell’ambito della tutela delle minoranze linguistiche, lascia fuori proprio noi che abbiamo come scopo la conservazione dei dialetti e delle tradizioni locali delle popolazioni di minoranza etnico linguistica della zona. Siamo stati i primi a raccogliere la memoria orale della parlata walser locale, il töitschu“. Da quanto emerso sembra che i contenuti della pubblicazione siano stati presi come nella precedenze edizione da pubblicazioni dell’associazione, ma questa volta omettendone la fonte.
Il sindaco di Issime Christian Linty, ha commentato di non saperne nulla e ha parlato di un probabile errore della tipografia, mentre Don Busso evidenziava che “Oltre alla salvaguardia linguistica – dice si legge nell’articolo de La Stampa – ci occupiamo del rispetto dell’ambiente. E questo ci ha fatto entrare in conflitto con interessi economici e finanziari, lontani dal nostro modo di agire. Diamo fastidio, vogliono cancellarci, ma non siamo disposti ad accettarlo». Il riferimento è al vallone di san Grato e al progetto di sviluppo rurale con la realizzazione di una strada, bocciato dalla Giunta regionale. «Ci accusano di avere contribuito, con le nostre osservazioni, a bloccare il progetto, ma a noi interessa solo il fatto che il vallone è depositario di una cultura materiale incisa nella pietra, da salvaguardare. Come detto dagli amministratori comunali “è un museo a cielo aperto” e quindi non va distrutto».