Legge elettorale, l’Altra Valle d’Aosta contro premi di maggioranza “spinti”

02 Maggio 2017

"Siamo delusi, preoccupati e ormai impazienti. Gli autonomisti dell'attuale maggioranza si limitano a "copiare” il modello italicum, aggrappandosi alla speranza, in una sfida tra coalizioni affastellate ed eterogenee, di strappare al fotofinish un 40% di voti che consentirebbe di sapere “chi governerà indisturbato per cinque anni”". Così l'Altra Valle d'Aosta interviene sulla discussione in atto per riformare la legge elettorale. Il movimento rappresentato in Consiglio regionale da Andrea Padovani ricorda di aver votato la sfiducia costruttiva contro il governo Rollandin per "superare lo stallo e lasciarci alle spalle la deleteria gestione personalistica della  precedente maggioranza. Ma non a scatola chiusa".

Sulla legge elettorale l'Altra Valle d'Aosta ha presentato una proposta "responsabile, diretta a risolvere i problemi della legge vigente, con un impianto proporzionale che non rinuncia a piccoli premi per chi ottiene la maggioranza relativa ma che valorizza al contempo la rappresentanza, anche di genere". Proposta quest'ultima non recepita dalla proposta arrivata in I Commissione. "Lo diciamo con rispetto (che però deve essere reciproco): davvero vi illudete di poter cambiare la politica valdostana introducendo premi di maggioranza "spinti" (la loro sbandierata "legittimità costituzionale" non ne cambia certo la natura) che, come dimostrano due decenni di sistema maggioritario in Italia e le stesse esperienze delle Regioni ordinarie, portano all’asfissia delle culture politiche (cioè dei programmi e degli orizzonti di senso davvero alternativi), incentivando i partiti-persona? Non vi sembra che i personalismi abbiano già sufficientemente inquinato la lotta politica valdostana che, tra livori e contro livori, ha perso per strada ogni progettualità, ogni eticità, ogni visione sul futuro della nostra Valle?"

Per l'Altra Valle d'Aosta "andare alla ricerca di “aiuti" elettorali per ottenere, con un premio che riteniamo abnorme, quella maggioranza che non si ha tra la gente, svilendo, tra l'altro, l'apporto che alla politica potrebbero dare le donne, significa percorrere la strada sbagliata. Una strada che noi non percorreremo."

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