L’Union Valdôtaine torna a festeggiare. “Il merito di questa vittoria è di Erik”
Non dire leone se non ce l’hai nel sacco. Il detto popolare non recita esattamente così, ma in questo caso funziona: davano il leone rampante per morto, spacciato, qualcuno aveva già preparato il post Union, ma alla fine il partito autonomista, con uno dei migliori colpi di reni della sua storia, è riuscito non solo a sopravvivere, ma a portare a casa un risultato insperato, soprattutto di fronte a una Lega che ha rotto qualsiasi argine.
Il territorio, che sembrava essere il punto debole del Mouvement, ha incredibilmente risposto presente alla chiamata alle urne, dimostrando che la linea di Erik Lavevaz era quella giusta: ricominciare dalla base per arrivare in cima.
A Gressan, pochi anni fa, i riflettori erano puntati su altri, ma oggi la star è lui, il presidente che ha dettato la nuova linea, salvando il partito e riportando la questione all’interno del movimento: “La sensazione, già dal primo comizio a Verrès, era buona, sentivamo la gente rispondere bene – commenta Lavevaz -; sono successe molte cose tra l’inizio della campagna e il risultato delle elezioni e la volontà di identità è cresciuta col passare del tempo. I nostri primi pronostici erano fermi su 3 o 4 seggi, certo che questo risultato è qualcosa che ci riempie di orgoglio e responsabilità, ma soprattutto ci fa dire che il territorio ha risposto bene e questo per noi fondamentale”.
I 7 seggi conquistati vedono solo 3 personaggi che già sono stati consiglieri (Marguerettaz, Testolin e Lavevaz anche se quest’ultimo per pochi mesi), mentre fanno il loro ingresso in Piazza Deffeyes volti nuovi come Barmasse, Rosaire, Sapinet e Grosjacques. La lista di 23 nomi è stata un punto fondamentale del progetto di “rinascita”, come spiega Davide Sapinet, new entry con un peso decisamente importante grazie alle sue 875 preferenze: “Da subito si è respirato un clima molto positivo all’interno della lista. Il merito di questa vittoria è di Erik, la sua linea ha premiato il Mouvement, ma un grande grazie va a tutti coloro che ci hanno messo la faccia in un momento davvero difficile e delicato”.
Se Sapinet fa il suo ingresso in Consiglio con più di 800 voti, Mr. preferenza di Avenue des Maquisards rimane Renzo Testolin (1393 voti): “La gente ha riscoperto le sue origini nonostante il periodo non facile e ci ha premiati; credo che sia stato anche un ritorno alle cose semplici e che hanno un forte senso identitario e l’Union è anche questo. Ora bisogna lavorare, tornare sul territorio e parlare con le persone che ci hanno dato fiducia. Bisogna ripartire da lì. Da domani il percorso va condiviso con la base, con tutto il Mouvement”.
E, mentre il popolo unionista, a metà tra stupore e gioia, parla dell’ingresso rimbombante di Sapinet e Lavevaz in Consiglio e di come l’Union ripartirà da lì, i neo eletti sono già alle prese con il domani e con le decisioni future: la porta è aperta a tutti per il dialogo, ma una cosa rimane chiara e Lavevaz la scandisce più volte: “Noi ci siamo sempre posti come alternativa alla Lega e questo era dichiarato sin dal primo comizio“. Il partito di Salvini forse troverà la porta della casa unionista aperta, ma le condizioni per fermarsi a dialogare non saranno favorevoli. L’unica cosa certa ad oggi è che il popolo unionista è tornato a casa e ha dato una festa, e questa volta sono accorsi tutti. O quasi.