Lupo, la Regione annuncia lo stanziamento di contributi per proteggere le greggi
“Su tutto l’Appennino si contano più di 1000 lupi e da 100 anni non è mai stato registrato un solo attacco nei confronti dell’uomo”. Contrariamente a quanto raccontano le favole per bambini il predatore non costituisce un pericolo per l’uomo. A ribadirlo sono stati questa mattina le istituzioni che in Valle d’Aosta ma non solo si occupano del lupo: l’Assessorato regionale, il Corpo forestale valdostano, l’Istituto zooprofilattico sperimentale Piemonte e Valle d’Aosta e la maggior esperta zoologa italiana di lupi, Francesca Marucco.
Secondo i dati raccolti in Valle d’Aosta al momento potrebbero essere presenti fra i 20 e i 25 esemplari di questo predatore, raggruppati in due branchi a cui si aggiunge una coppia e un paio di individui singoli. Agli undici esemplari filmati nelle scorse settimane dallo scialpinista Nadir Maguer fra Torgnon e Saint-Barthélemy si sommano infatti nove lupi avvistati sulla destra orografica del territorio valdostano e altri due lupi individuati in Alta Valle. “La situazione è in divenire” spiega il Coordinatore regionale Paolo Oreiller “I dati che raccogliamo non sono certi e derivano dagli avvistamenti, andranno confermati con dei monitoraggi”.
Pur non essendo un pericolo per l’uomo il ritorno del lupo sta creando dei problemi di convivenza, soprattutto per il mondo della zootecnica. I numeri di capi attaccati sono ancora relativamente piccoli (25 ovini o vitelli predati nel 2014 e 7 capi dispersi, 31 nel 2015, 18 predati e 31 dispersi nel 2016) e contrassegnati dall’incertezza se a colpire sia stato effettivamente il lupo o qualche cane vagante. Per tutti e due i tipi di attacchi sono previsti indennizzi “congrui” agli allevatori da parte della Regione ma rimane comunque “la frustrazione per la perdita del frutto del proprio lavoro”.
La legge regionale 17 del 2010 oltre ai risarcimenti “detta già le linee di azione per cercare di assicurare la coesistenza” prosegue Oreiller. In particolare sono previsti dei contributi per l’attuazione di alcune misure preventive come l’acquisto delle recinzioni o dei cani da guardiania. “Negli ultimi due anni viste le esigue domande erano stati sospesi ma a breve andremo a rimetterli” annuncia Oreiller.
“Il ritorno del lupo impone un cambio di abitudini” evidenzia Francesca Marocco “Se i capi prima erano lasciati in montagna incustoditi ora è necessaria una gestione diretta così come è avvenuto in Piemonte dove a 20 anni dal ritorno del predatore, ora il 98% degli allevatori ha adottato sistemi di prevenzione”. Su questi temi la Regione avvierà a breve il confronto con le categorie interessate. Sul tavolo finirà anche la questione del controllo numerico.
“La Giunta ha valuto capire quali sono i parametri per effettuare un piano di controllo” ha spiegato l’Assessore regionale all’Agricoltura, Renzo Testolin “perché questa è una delle ipotesi che il piano nazionale, in fase di ridefinizione, mette sul campo”. Il nuovo piano parla di deroghe. “Non si arriva ad un vero controllo della specie che rimane protetta” spiega Marucco "ma sarà possibile avere delle deroghe eccezionalmente per prelevare qualche animale a fronte di casi problematici e supportati dai dati”. I numeri valdostani ad oggi sarebbero insufficienti per ottenere dal Ministero l’autorizzazione all’abbattimento anche di un solo esemplare. “Non c’è nessun passo in avanti o indietro” prosegue Testolin “come in tutte le cose ci va buon senso per capire cosa c’è bisogno di fare e non fare”.
Fra le cose da fare, una suggestione arriva ancora da Marucco: "Il turismo può beneficiare della presenza lupo, sempre in Piemonte una piccola vallata in provincia di Cuneo ha creato un museo permanente dedicato al predatore che solo quest'estate ha registrato 40mila visitatori".