Microcomunità, i sindacati puntano il dito contro “l’immobilismo della politica” e chiedono tamponi anche per gli operatori
“Da mesi come Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil denunciamo il pressappochismo della politica regionale, il disorientamento imbarazzante e la gestione della maggior parte delle nostre case di riposo ne è la dimostrazione lampante.” E’ il j’accuse dei sindacati alla politica dopo le notizie sui numeri dei decessi e dei contagi nelle micromunità. 36 quelli registrati al Refuge Père Laurent nel giro di un mese.
“Senza contare la situazione nelle altre microcomunità con percentuali elevate di positivi. – ricordano i sindacati – Numeri che segnano il fallimento della politica regionale. L’emergenza Coronavirus è arrivata in Valle d’Aosta, come nel resto delle regioni italiane e quasi in tutto il mondo, come una mannaia, corre veloce e si espande alla velocità della luce. Sicuramente il comportamento di ognuno di noi influisce sull’andamento dei contagi. Ma la politica regionale ha delle responsabilità non indifferenti.”. In particolare i sindacati accusano la politica regionale di “immobilismo.
Secondo Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil nelle microcomunità “non si è fatto abbastanza per preservare i nostri anziani e le operatrici sanitarie che in esse lavorano”. I sindacati si schierano, quindi, dalla parte degli operatori. “Altro che fannullone, come qualcuno ha provato a definirle, ma guerriere senza armi lasciate in balia di se stesse – e in moltissimi casi senza alcuna protezione – e senza alcuna indicazione, volta a proteggere sia loro che gli anziani che accudiscono.”
Per loro i sindacati chiedono tamponi a tappeto.
“Al momento ci risulta che solo al J.B. Festaz e nell’ospizio Père Laurent (e nelle microcomunità delle Unités des Communes Evançon e Mont-Rose) siano stati effettuati, ma solo agli utenti – sottolineano i sindacati – Come spesso accade, le parole corrono più veloci dei fatti. Le operatrici che cosa sono, carne da macello? Non c’è comprensione quando di mezzo ci sono delle vite umane e non ci può essere comprensione davanti all’incapacità di questa politica regionale. Le nostre operatrici, tutte, hanno bisogno di essere tutelate e salvaguardate, perché dietro di esse ci sono delle famiglie, tante famiglie, che potrebbero rischiare il contagio”.
Tamponi a tappeto già eseguiti in altre regioni. “Con tutti i soldi in bilancio che ha la Regione Autonoma Valle d’Aosta, possibile che non si riesca a fare di più? Possibile che non ci siano le condizioni per tutelare le lavoratrici che ogni giorno si recano sul posto di lavoro con la paura di contrarre il virus o peggio di diffonderlo in giro? Possibile che non si trovi la soluzione di fare tamponi a tappeto per tutti gli operatori sanitari in una Valle dai numeri piccoli come la nostra regione? “.