Migranti, 406 i posti reperiti in Valle per l’accoglienza

25 Gennaio 2017

Sono stati 103 i posti in più reperiti in Valle d'Aosta per l'accoglienza dei migranti con l'ultimo bando pubblicato dalla Regione. Salgono, quindi, a 416 i posti disponibili.  I 103 posti sono stati individuati nei seguenti Comuni: 25 posti a Saint-Vincent, 25 a Champorcher, 25 a Saint-Rhémy-en-Bosses, 20 a Donnas e 8 a Pollein.

Il Presidente della Regione ha, quindi, ricordato come fin "dal 2015, la Presidenza della Regione ha chiesto ai Comuni di individuare delle possibili soluzioni per l’accoglienza dei migranti nei rispettivi territori. Non essendo stata segnalata, né allora né in seguito, alcuna disponibilità e dato che nessun Comune ha attivato progetti SPRAR, i cui bandi sono sempre stati portati a conoscenza del Cpel e dei Sindaci, la Regione ha quindi dovuto attivarsi, nell’esercizio delle funzioni di Prefettura, per individuare delle strutture di accoglienza straordinaria, affidando agli operatori economici interessati attivi sul territorio il difficile compito di reperire queste strutture".

Con l'ultimo bando è stato inoltre previsto che "la stipula della convenzione con i soggetti aggiudicatari del servizio sia subordinata alla dimostrazione da parte di questi ultimi di aver informato il Sindaco del Comune presso il quale insiste la struttura di accoglienza individuata della possibile attivazione della struttura stessa e dei dettagli del progetto di accoglienza che intende porre in essere".

L'interrogazione è stata presentata dal gruppo Alpe dopo le proteste dei giorni scorsi da parte di alcuni comuni. "Ci doveva essere un coinvolgimento maggiore degli Enti locali, come avevamo chiesto con una risoluzione per la modifica del bando. I numeri dei migranti hanno un peso diverso a seconda della loro collocazione: un conto è un piccolo Comune di montagna, un conto una località della Plaine.  – ha replicato Fabrizio Roscio – L’adesione al sistema SPRAR dà vantaggi agli Enti che vi aderiscono: i numeri risulterebbero essere inferiori e i Comuni sarebbero liberi di organizzarsi. Questa strada però non è stata esplorata dalla Regione, che ha preferito il bando”. La gestione tra privati invece a nostro avviso è un grosso limite, che non fa altro che rischiare di replicare la tendenza a privilegiare gli interessi privati usando soldi pubblici e sulla pelle dei migranti, come dimostrato da esempi a livello nazionale. Le nostre perplessità rimangono e auspichiamo un'attenzione maggiore e interventi in tal senso".

 

Exit mobile version