Misure anticrisi, la maggioranza senza numeri cerca un appiglio

25 Giugno 2020

Senza numeri in Consiglio Valle, e con un assestamento di Bilancio da 161 milioni – il famoso “Terzo pacchetto di misure anticrisi” – da approvare.

La maggioranza fa i conti con se stessa, e – in maniera un po’ irrituale – cerca da subito una “sponda”, un’apertura nei confronti dei tanti gruppi in aula.

È infatti il Presidente della Regione Renzo Testolin ad aprire la seduta, che si prevede “fiume”, cercando di smussare gli spigoli e a trovare un aggancio. Le sue parole sono inequivocabili: “Il Governo non ha i numeri per sostenere da solo questo ddl, ne siamo ben coscienti – ha spiegato prendendo la parola –, per questo abbiamo cercato di condividere le iniziative dal 15 maggio in Commissione, abbiamo scelto poi di fare scaricare una proposta al governo, sulla quale si possono approntare le giuste modifiche e correzioni. Il lavoro in questi due/tre giorni va in questo senso, cercando di disegnare una filosofia delle esigenze del nostro territorio e delle innumerevoli piccole aziende e imprese che lo vivono quotidianamente. Un territorio che ha bisogno di azioni concrete”.

“Abbiamo cercato di trovare una soluzione che potesse dare risposte il più possibile equilibrate a tutti i settori – ha proseguito Testolin –, con proposte anche innovative, frutto di un confronto con i colleghi di Giunta e le associazioni, cercando una strada da percorrere in modo collegiale, così come deve essere il confronto in aula: sereno nei modi ancor prima che nelle iniziative. Questi articoli nascono da una filosofia: cercare di dare risposte, che non tutti vediamo nello stesso modo ma che in quest’aula deve trovare una sintesi. Abbiamo cercato anche di ovviare ad errori che in precedenza hanno frenato i passati provvedimenti. È un ddl che per una volta vuole essere il più condiviso possibile”.

Le porte chiuse e quelle che sbattono

Se Testolin “apre” la porta – restando in fior di metafora –, le reazioni in aula sono comprensibilmente diverse.

Stefano Aggravi (Lega), la porta la chiude, anche se con discreta eleganza: “Noi abbiamo fatto il nostro lavoro – ha spiegato, parlando del ‘contro documento’ del Carroccio – e come spesso accade è antitetico rispetto alle proposte fatte dalla Giunta. Non abbiamo fatto un gioco politico, abbiamo cercato di presentare alternative”.

Poi l’obiettivo si sposta sulla protesta dei Primi cittadini valdostani: “Spiace sentire che questa proposta sia vista come la volontà di scardinare il sistema Enti locali da parte delle forze sovraniste – prosegue Aggravi –. Ma l’unico sovrano in Valle d’Aosta è il popolo. Queste terribili forze sovraniste sono state quelle che hanno firmato la proposta di modifica della Legge 6, che non va affatto verso una ‘visione sovranista’ dell’autonomia degli Enti locali che dovrebbero dirci che riforma hanno in testa di loro stessi, ma non arrivò nessuna proposta proprio in discussione della Legge 6”.

Chi la porta la sbatte è invece Roberto Cognetta (VdAlibra): “Il Presidente ha ammesso una cosa lampante: non c’è una maggioranza definita, questo provvedimento ha bisogno di qualcuno che lo voti. Una cosa chiara già da qualche mese, ma sostanzialmente il Governo pare essersene dimenticato, avete lavorato come se aveste una maggioranza enorme in Consiglio”.

Più duro il suo collega di movimento Stefano Ferrero: “Queste sono ‘mancette’ che non risolveranno nessuna questione. C’è una crisi mondiale e noi dividiamo col pallottoliere questi pochi soldi pensando di salvare le attività? E poi vedremo quando verranno effettivamente erogati. Con quei soldi possiamo confezionare le casse da morto per il mondo economico”.

Critiche a pioggia anche da Emily Rini (Forza Italia): “Questo ddl arriva con un ritardo estremo, e le conseguenze le pagherà chi ha tirato giù le saracinesche e chiuso attività. Un provvedimento annunciato in pompa magna, ma che non arrivava mai. Non ne condividiamo la filosofia di fondo che dà poco a tutti e talvolta pure male. Si doveva dare molto di più a chi ne aveva bisogno. Per noi le priorità sono le attività che più hanno patito come quelle degli albergatori. Ma nel documento non c’è nessuna azione di promozione o di rilancio turistico”.

Chiara Minelli, rete Civica, ne ha per tutti: “Ci troveremo in questo Consiglio a discutere e magari litigare sulla distribuzione di risorse non sufficienti a coprire tutte le esigenze, ma le risorse aggiuntive in realtà non mancano. Su questo poi incide moltissimo la situazione politica di un Consiglio che ha avuto vita travagliata e alla fine è stato sciolto anche per l’incapacità di costruire una maggioranza. Però siamo in clamoroso ritardo. È l’ennesimo Consiglio che si trasformerà in una ‘maratona oratoriamentre c’è bisogno di scelte concrete e rapide. Questo non avviene per caso, ormai la confusione è diventata una cosa consueta, purtroppo. Le elezioni di settembre modificheranno gli assetti di quest’aula, ma non la sua instabilità perché non è stata trovata una cura all’ingovernabilità”.

Punta invece sulla scuola la consigliera di Adu Daria Pulz, o meglio sull’assenza che, a suo avviso, si legge nel ddl: “La scuola è sempre lasciata a sé – attacca -, ma abbiamo il +più alto tasso di abbandono del mondo scolastico, al pari della Campania. Per votare, infatti, non serve saper leggere, e per questo mettiamo le elezioni prima della scuola. Quali sono per questo Consiglio le priorità di valori sociali? Che posto ha la scuola? Sta prima o dopo l’allevamento bovino? È meglio coprire le buche sulle strade o quelle nell’istruzione? Questo è il tempo delle scelte coraggiose e qui dentro di coraggio se ne vede ben poco. Si vede una distribuzione miope di provvedimenti a pioggia senza direzioni per il nostro futuro”.

Sulla ripartizione delle risorse interviene invece Luigi Vesan (M5s), critico anch’egli a dir poco: “Un sistema che dà risorse a chi arriva prima, e le dà tutte, non è accettabile. I nostri emendamenti vogliono sostenere tutte le imprese che hanno avuto cali di risorse dovute all’emergenza. Cerchiamo invece di dare tanto a tutti, ma non tutto a pochi. La stessa cosa succede con l’assegnazione delle risorse ai comuni: ad ognuno di loro andranno 300mila euro. Ma questo non significa risolvere un’emergenza, bisogna assegnare i fondi in funzione delle necessità dei vari Comuni. Invece lo si fa indipendentemente dalla dimensione, le spese, il numero di abitanti. Perché questa, travestita da norma emergenziale è in realtà una norma elettorale“.

Dalla ex maggioranza – tale nei numeri – Patrizia Morelli, Alliance Valdôtaine, stuzzica il collega pentastellato e difende il ddl: “Stupisce che delle critiche così aspre arrivino da un gruppo che non si è mai preso una sola responsabilità di governo, forse l’unico in quest’aula. Noi non intendiamo sottrarci al varo di una manovra finanziaria che è indifferibile e urgente. Dopo la palla passerà agli elettori e saranno loro a decidere”.

La “maratona” in Consiglio Valle, che parte dal “Terzo pacchetto anticrisi” e arriverà a fare i conti tra movimenti, è appena iniziata.

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