“500 euro di affitto al mese per il Montfleury sono troppi”

03 Maggio 2017

500 euro di affitto al mese sono troppi. Non si parla di un appartamento, magari pure in centro ad Aosta, ma dell'impianto per il calcio a 5 di Montfleuri. E a dirlo, questo pomeriggio durante i lavori della I^ Commissione consiliare del Capoluogo è stato Gianluca Fea, concessionario della struttura nonché dirigente regionale per l'Edilizia residenziale pubblica.

L'accusa mossa è ben nota, e l'ha espressa il consigliere della Lega Nord Andrea Manfrin, che in Commissione ha gettato un po' di carne al fuoco, a partire dal canone d'affitto al “prezzo irrisorio – spiega – di 500 euro al mese per 3250 mq di struttura. È divertente poi il metodo di calcolo per decidere il canone prendendo la base d'asta della struttura più simile, quella del tennis di piazza Mazzini che però è più piccola e che paga d'affitto 800 euro al mese”.

Fea non si sbilancia, e fa una piccola cronistoria della convenzione sull'impianto avviata tra l'associazione sportiva che presiede, oggi Aosta Calcio 511 al Comune di Aosta dal lontano 1994 attraverso una concessione di superficie della durata di 20 anni, poi passa a parlare del canone d'affitto contestato: “Tenete presente – spiega – che anche noi riteniamo il canone d'affitto incongruo, ma perché eccessivo. All'interno di quella struttura abbiamo anche l'onere di tenere la manutenzione straordinaria completamente a nostre spese, cosa che in genere è in capo al proprietario. Credo infatti che messa così sia una clausola vessatoria, noi paghiamo un affitto e ci occupiamo anche di fare i lavori e di pagarli”.

Anche se alcuni lavori, proprio seguendo il filo logico del Presidente dell'Aosta 511, non sono da fare: “Le docce sono tutte funzionanti, il problema sono alcuni miscelatori dei quali dopo anni non si trovano più le manopole. Bisognerebbe cambiare tutta la colonna ma crediamo che questo non faccia capo ai nostri oneri di concessionari, perché alla scadenza della concessione ventennale erano a posto e funzonanti”.

Il bar/ristorante e la "subconcessione" misteriosa
Riguardo l'accusa di una 'subconcessione' – non autorizzata – del bar/ristorante di 500 euro al mese (lo stesso prezzo del canone d'affitto versato al Comune) di cui chiede conto Manfrin, Fea si smarca: “Si ipotizza una subconcessione non autorizzata – spiega – ma le limitazioni nella convenzione parlano di 'licenza inalienabile e intrasferibile', e sin dall'apertura dell'impianto è stata intestata ad un soggetto differente dal concessionario”. Quindi al Comune.

Montfleuri con e senza Claudesport e la stoccata a Marzi
Poi ci sono i numeri delle entrate, molti dei quali strettamente legati all'attività che più impegna Montfleuri, ovvero il torneo ultraventennale di calcio a 5 Claudesport: “Nel 2016 – prosegue Fea – l'incasso per l'affitto dei campi è stato di 27mila 889 euro. Il Claudesport ha pagato, per 214 partite, 9mila 647 euro perché paga il campo circa 45 euro all'ora più Iva”.

'Claude' decisivo anche per l'utilizzo orario dell'impianto: “I campi sono affittati – ancora Fea – 4 ore il lunedì ed il martedì, 3 ore e mezza il mercoledì, 3 ore il giovedì per il torneo Claudesport, 3 ore il venerdì sempre per il torneo, 5 ore il sabato e a volte c'è anche qualche manifestazione la domenica. Da fine settembre a metà aprile, si parla di circa 24 ore settimanali di media”.

E quando il Claudesport non c'è? I numeri si fanno inevitabilmente minori anche se Fea non risparmia una stoccata assai velenosa al – lì presente – assessore comunale allo Sport, nonché suo compagno di avventure in Stella Alpina Carlo Marzi: “Nel restante periodo se i campi non vengono organizzati per altri tornei, ed ora non vengono fatti, si fatica a superare le dieci ore di utilizzo medio a settimana. Persino il Comune spende soldi per una manifestazione in piazza Chanoux da tre giorni che costa decine di migliaia di euro – riferimento per nulla velato al Trofeo Città di Aosta – che per certi versi, per noi, rappresenta una 'concorrenza sleale'”.

Poi, stando ai numeri, c'è il bilancio: “Nel 2016 – prosegue Fea – le spese sostenute per l'energia elettrica sono state di 9mila 750 euro, per il riscaldamento 18mila euro e per il personale di 25mila 629 euro. Il bilancio 2016, senza tenere conto alcuni interventi di manutenzione straordinaria, chiudeva con un passivo di 16mila euro, coperto però dalle entrate dell'associazione sportiva e dalle quote delle scuole calcio che usano l'impianto”.

La soluzione-ponte
E, se la concessione di superficie ventennale è scaduta il 14 dicembre 2015, la soluzione transitoria – Marzi la chiama 'situazione-traghetto' – della gestione straordinaria in capo a Fea resta in piedi fino al 31 ottobre 2017, in attesa delle risposte – economiche – che dovrebbero arrivare dai fondi del famoso 'Bando periferie' attivato dall'allora governo Renzi e che comprendeva anche un finanziamento privato: “Abbiamo deciso di non chiudere l'unico impianto che permette di svolgere l'attività di calcio a 5 a molte persone, sia per il Claudesport sia per quelle ludico-sportive” ripete Marzi come un mantra, e che “Cerchiamo, nel passaggio di proprietà, di tenere aperto Montfleuri cercando soluzioni ponte per non arrivare ad un arbitrato che potrebbe portare ad un'interruzione dell'attività”.

Mentre il Comune valuta, il concessionario è serenissimo: “Montfleuri – conclude Fea – è l'unica struttura in Valle d'Aosta costruita senza un soldo da, come si diceva prima della crisi, 'Mamma regione' ma con fondi dei privati”.

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