Nel centro sinistra c’è chi chiede l’unità politica del ‘Galletto’

05 Novembre 2008

Nel centro autonomista progressista cresce la voglia di unità. E aumentano le spinte per un soggetto politico unitario che possa proseguire l’esperienza politica del Galletto.
In un documento presentato all’assemblea costituente del Partito Democratico, lunedì 3 novembre scorso, 32 persone propongono un “partito nuovo” chiaramente collocato nel centrosinistra e ispirato “ai valori della democrazia, dell’autonomia e del federalismo”.

A sostenere questa tesi è un fronte trasversale: si va dall’area di Vallée d’Aoste Vive con Paolo Louvin agli esponenti del Pd Vanni Florio e Roberto Avetrani, dagli ambientalisti Dina Squarziono e Maria Pia Simonetti al radicale Flavio Martino.

“Il risultato delle elezioni regionali del 25 maggio – si legge nel documento – è stato deludente e ha costretto tutti a porsi nuove domande. E’ inevitabile rassegnarsi all’attuale situazione politica e all’attuale sistema di potere?”

Una risposta a questa domanda si può leggere nell’articolo di apertura, firmato da Elio Riccarand, pubblicato sul numero in distribuzione in questi giorni di “Informazione Valle d’Aosta”, organo del Movimento Verde Alternativo: “Non bisogna tornare indietro, ma andare avanti. Dare più unità, forza, capacità operativa al Galletto. Si può fare, si deve fare se si vuole offrire una alternativa seria e credibile alla popolazione valdostana”.

“Esiste una via alternativa?” si chiede invece Paolo Louvin sul suo blog (paololouvin.spazioblog.it). “Alcuni anni or sono si era iniziato a parlare di un’area democratica ed autonomista” afferma Louvin che prosegue scrivendo che “l’accelerazione degli eventi politici nazionali, la nascita del PD e le elezioni regionali hanno bloccato l’evoluzione dei ragionamenti e delle discussioni. Ora le bocce si sono fermate per un po’. Almeno sembra. E la voglia di ritornare a parlare di questo luogo, che non c’è ancora, è riemersa tra quanti non vedono necessariamente la politica come mestiere, non sono necessariamente innamorati di simboli (che vanno e vengono) ed hanno voglia di discutere e mettersi in discussione”.

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