Nuovi indirizzi sull’idroelettrico, Legambiente: “C’è il rischio di una diffusa illegalità”

02 Marzo 2016

“Se non si stabiliscono sanzioni di un certo rilievo economico trasgredire diventa conveniente dati i guadagni ottenuti grazie ai certificati verdi”. Così in una nota Alessandra Piccioni, Presidente di Legambiente Vda, nel commentare la revisione da parte della Regione degli indirizzi per il rilascio di nuove concessioni idroelettriche, dopo il ricorso dell’Associazione delle imprese idroelettriche. 

Con la nuova delibera la Giunta Regionale ha, infatti, eliminato le clausole relative alle sanzioni per le violazioni commesse dai produttori. Le norme che puniscono i prelievi illeciti sono previste dalla legge sia nei confronti di chi turbina più acqua di quella concessa, sia per chi non rispetta il Deflusso Minimo Vitale.

"E’ necessario però adeguare l’entità delle sanzioni e la Regione potrebbe farsi portavoce presso le autorità statali competenti, affinché il ritorno economico per le casse pubbliche non sia irrisorio come quello attuale.Il rischio di una diffusa illegalità è aggravato dalla scarsità di controlli regionali su progettazione, realizzazione e gestione delle centrali" sottolinea in una nota Legambiente. 

A preoccupare l’Associazione è anche la durata della moratoria che cesserà nel 2016. "Ma l’approvazione del nuovo Piano di Tutela Acque non potrà essere concluso in meno di 12 mesi" ricorca andora Legambiente – "ciò significa che il 2017 si aprirà senza nuovi indirizzi di tutela dei torrenti e senza il nuovo Piano. E non mancherà chi vorrà approfittarne"

Infine sulle deroghe ai comuni, poi eliminate, l’Associazione evidenzia come "l’unica limitazione legittima sarebbe stata l’individuazione dei siti non idonei. Esattamente ciò che Legambiente chiede da tempo".
 

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