Palazzo Cogne a rischio. Il Ccs si oppone allo sgombero
Ccs Cogne, abbiamo un problema. Ed un problema non da poco visto che riguarda la stabilità strutturale dello storico palazzo in corso Battaglione, ad Aosta.
La questione è emersa in Consiglio regionale quando l’ex assessore alle Finanze Stefano Aggravi, Lega, ha chiesto conto di un “rapporto redatto da un professionista nel marzo 2016 che evidenzia su una parte considerevole dell’edificio una serie di incompatibilità con il normale utilizzo, ad esempio sfondellamenti, rotture di setti del solaio e una serie di distacchi legati in particolare al secondo e terzo piano”.
Ad agosto 2018 un nuovo sopralluogo rilevava un ulteriore aggravamento documentato con verbale e foto che ha portato ad una comunicazione per il rilascio dei locali ed identificare la potenziale riallocazione in altri luoghi.
Rilascio dei locali certificato anche da due lettere inviate dall’Assessorato regionale alle Finanze agli Uffici dei Servizi sociali del Comune di Aosta nelle quali si legge, relativamente allo “svolgimento di attività ricreative rivolte agli anziani”, a titolo precauzionale, di “non ritenere opportuno il proseguimento delle normali attività svolte al suo interno. Si chiede, pertanto, di optare per una sede alternativa”.
In una seconda lettera – di pochi giorni fa – si legge ancora che la Regione proprietaria dell’immobile “procederà nei prossimi giorni in via precauzionale a tutela della sicurezza pubblica, all’invio di una diffida volta al rilascio immediato dei locali”.
L’aggiornamento della perizia
In risposta ad Aggravi l’Assessore Renzo Testolin annunciava, “L’incarico di aggiornamento della perizia che interesserà l’intero stabile e fornirà informazioni per giungere alle procedure da attuarsi a tutela prioritariamente della pubblica sicurezza.
La “controperizia” e la resistenza del Cral: da qui non ci muoviamo
Il presidente del Ccs Cogne Giorgio Giovinazzo, di suo, si toglie anche più di un “sassolino dalla scarpa”. E lo scandisce: “La cessazione delle attività del Ccs Cogne non è in discussione”.
Anzitutto cita la perizia interna che ha fatto il Cral, un vero e proprio “contro-documento”: “La perizia fatta per gli spazi che noi utilizziamo – spiega Giovinazzo – è redatta da uno studio di Ingegneria forense di Torino da professionisti che collaborano anche con Tribunale piemontese. Perizia che, dalle varie indagini, ritiene che ci siano alcune zone circoscritte che necessitano di piccoli interventi manutentivi per un ‘ipotizzabile distacco dell’intonaco, in particolare di 1,5 m² di soffitto nella Sala biliardi e di alcune decine di m² nella zona interrata contro i circa 1.500 m² che utilizziamo”.
Le richieste del Ccs Cogne
Dalle parti di corso Battaglione la richiesta verso piazza Deffeyes è quella dell’ascolto, ma anche del confronto: “L’Amministrazione, per fare un’ulteriore verifica – prosegue il Presidente Giovinazzo – deve mettere in conto, vista posta in ballo, un nostro ‘contraddittorio’. Non è accettabile che la faccia senza la presenza anche di un nostro tecnico per fare le cose in maniera trasparente”.
Intanto è pronto un incontro, con la delegazione del Ccs che il 12 febbraio, alle 10.45, vedrà il Presidente della Giunta Fosson per approfondire la tematica.
Il palazzo nel “Piano alienazioni”
L’ombra però che getta Giovinazzo è anche un’altra: “La Regione – spiega – ci ha comunicato il 9 agosto di lasciare i locali. A seguito abbiamo dato la disponibilità ad intervenire immediatamente per la messa in sicurezza delle porzioni che potevano essere suscettibili allo sfondellamento dell’intonaco. La Regione ci ha allora diffidato di mettere in atto questi interventi dicendoci di sgomberare. Se lo scopo, visto che il palazzo è stato inserito nel ‘Piano alienazioni’, è quello di mettere sul mercato l’immobile libero dal Ccs Cogne hanno sbagliato strada, è un attacco deliberato contro la società civile e contro le 5mila persone che frequentano le nostre attività”.
Insomma, è l’Amministrazione stessa nel mirino: “Si deve fare un ragionamento di messa in sicurezza che la Regione non ha assolutamente voglia di fare perché hanno messo l’immobile nel ‘Piano alienazioni’. Per due volte abbiamo proposto una manifestazione di interesse per la valorizzazione della struttura. E la Regione non ha mai risposto né detto nulla”.