Pd VdA, salta l’approvazione dei bilanci degli ultimi 4 anni. Timpano: “Arma politica contro di me”
L’ultima denuncia era arrivata un mese fa da parte dai segretari di tre circoli: il Partito democratico valdostano continua a violare le norme statutarie. L’assenza di una direzione, la mancata convocazione dell’Assemblea regionale, alcune delle violazioni sollevate allora da Irene Deval, Roberto Greco e Michele Mezzavilla.
A queste si aggiunge la mancata approvazione – obbligo sancito dallo Statuto – negli ultimi quattro anni del bilancio del Pd locale.
Giovedì 10 giugno la Direzione, anziché procedere alla votazione dei documenti contabili riferiti agli anni 2017, 2018, 2019 e 2020, ha proceduto solo ad una presa d’atto. Scelta legata a dubbi sollevati dai presenti sulla legittimità della riunione, alla quale hanno preso parte solo otto dei venti componenti dell’organismo. Il mancato via libera ai bilanci ha portato alle dimissioni della tesoriera in regime di prorogatio da dicembre 2017 Eloise Della Schiava.
Dimissioni, già presentate nell’ottobre del 2019, ma che questa volta sono “immediate e irrevocabili”. La tesoriera, che svolgeva l’incarico a titolo gratuito, evidenzia nella lettera inviata alla Segretaria e agli iscritti come “la mancata approvazione del mio lavoro sia ingiusta e immeritata, oltreché la dimostrazione del disinteresse di tutti gli organi direttivi per la gestione amministrativa e contabile del Partito”. Della Schiava ha informato delle sue dimissioni anche gli organismi nazionali, a cui negli anni sono stati trasmessi i bilanci, con la segnalazione della loro mancata approvazione da parte della direzione locale.
Da anni il Pd locale è spaccato e gli organismi interni non ricomposti dopo le dimissioni di diversi componenti entrati in Italia Viva o nell’associazione Area Democratica-Gauche Autonomiste. Nel gennaio del 2020 il tentativo di convocare l’Assemblea regionale naufragò per la mancanza del numero legale.
Fatti per i quali alcuni invocano oggi l’intervento del nazionale. “In casi di necessità e urgenza, di gravi e ripetute violazioni delle norme dello Statuto, del Codice Etico o dei Regolamenti, ovvero nei casi di impossibilità di esercitare le funzioni da parte dell’organismo dirigente” spiega lo Statuto del Pd “il Segretario nazionale può intervenire nei confronti delle strutture regionali e territoriali adottando, sentito il parere della Commissione nazionale di Garanzia, i provvedimenti di sospensione o revoca”. Fra i provvedimenti che Roma può adottare c’è anche l’eventuale nomina di un commissario.
“Se arriva, arriva, io non me ne faccio cruccio” dice oggi la segretaria del Pd Sara Timpano “Noi abbiamo sempre cercato di lavorare al meglio per mantenere l’unità del partito, mentre invece qualcuno ha utilizzato un atto puramente amministrativo per altri fini politici. Non nascondiamoci dietro un dito, non è una questione di rispetto degli statuti, perché ci sono persone che gli statuti non li rispettano e non li hanno mai rispettati. Hanno voluto usare questo passaggio come arma politica contro di me, che oramai sono alla fine del mandato politico e molto probabilmente ho ottenuto il miglior risultato del centrosinistra degli ultimi vent’anni”.
La riunione della direzione di giovedì scorso era per la segretaria legittima. “Noi l’abbiamo convocata seguendo i dettami del Codice civile, in doppia convocazione, e abbiamo così fatto su indicazione del Pd nazionale. Nonostante il rispetto del codice civile e delle indicazioni del partito nazionale, alcuni componenti della direzione, come Titti Forcellati, Luca Tonino e Fabio Platania, hanno messo in dubbio la legittimità della direzione. Abbiamo preso atto e verbalizzato i loro dubbi e come sempre il rendiconto 2020 è stato depositato al Partito democratico nazionale e a breve lo pubblicheremo sul sito”.
La segretaria è ora in contatto con la tesoreria nazionale per valutare la nomina di un nuovo tesoriere.
“Se mettono in dubbio la legittimità della Direzione, ci impediscono pure di fare partire il congresso, ma forse c’è qualcuno che ha paura di perderlo nuovamente” ipotizza Timpano, che in vista della fase congressuale ha inviato alcune lettere ai membri di Area democratica per capire il loro posizionamento. “Alcuni mi hanno detto che non sono di Area democratica, ma del Pd, alcuni non mi hanno risposto, alcuni sono palesemente di Area democratica, come i coordinatori. Area democratica è un partito, che come tale si è presentato alle elezioni in coalizione con Pd e Rete Civica, ha un’eletta che versa ad Area democratica, e a proposito di regole e statuti non è possibile che qualcuno sia iscritto oltre al Pd anche ad un altro partito”.
Una volta chiuso il tesseramento 2020 – un centinaio gli iscritti – e “determinato chi è membro degli organismi dirigenti” a luglio arriverà la convocazione dell’Assemblea regionale per definire l’organizzazione del congresso entro fine anno.
Sara Timpano questa volta non sarà della partita. “Non ho intenzione di candidarmi, sono stati quattro anni in cui ho lavorato più per difendermi dalle pugnalate alle spalle”.