Per gestire il supporto ai progetti Pnrr ora Aosta pensa a In.Va
Non è sfuggita, dai banchi dell’opposizione in Consiglio comunale di Aosta, la “virata” che la maggioranza sta valutando per la gestione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La struttura predestinata ad avere l’incarico era sin dal principio la società in house del capoluogo, Aps Spa, ma adesso qualcosa è cambiato.
Già in IV Commissione, lo scorso 1° giugno, la variazione al Bilancio previsionale – oggi approvata in aula – metteva sul tavolo, nelle parole della vicesindaca Josette Borre, “200mila euro per l’Unità di supporto al Pnrr, per dare l’incarico ad Aps o In.Va, per dare un contributo fattivo a questo grosso impegno”.
Oggi, a chiedere chiarezza è Bruno Giordano, consigliere in quota Lega: “Con queste parole pare che Aps non sia in grado di gestire i progetti del Pnrr. Ora si parla di In.Va, in cui abbiamo una piccola quota, mentre Aps è una nostra partecipata al 100 percento. Questo significa mettersi nelle mani di ‘Mamma Regione’. Il Consiglio si era espresso all’unanimità affinché fosse la sua partecipata a gestire l’iter dei fondi Pnrr. Se qualcosa è cambiato sarebbe bene dirlo, per trasparenza, e non sottenderlo”.
Perplessità che si legano anche alla scelta – in delibera di Bilancio – di affidarsi al sistema informativo “Sicraweb” di Maggioli. Giordano lo dice chiaramente: “Maggioli, In.Va, Aps. Fate chiarezza, diteci le cose come stanno. Non fatelo passare sottotraccia”.
In replica il sindaco Gianni Nuti cerca di fugare i dubbi. Dietro le sue parole un elemento emerso a fine aprile durante un’Assemblea del Celva: l’ipotesi che, per le consulenze e le assunzioni dei tecnici per la gestione dei fondi Pnrr, i comuni dovessero rivolgersi – per ottenere il finanziamento – esclusivamente alle partecipate regionali. E già in quell’occasione Nuti aveva espresso la sua preoccupazione, avendo incardinato proprio in Aps tutto l’assistenza ai progetti Pnrr.
Una cosa è certa, per il sindaco: la in house comunale ha struttura e competenze. Ma il vento è cambiato: “La frenata su Aps deriva dalla richiesta fatta al Ministero per allestire la struttura di sostegno per i fondi Pnrr. Il Ministero tace e quando lo fa è perché non vuole esprimersi. È evidente che la normativa non prevede rimborsi per le partecipate comunali ma solo per quelle regionali. Il rischio è quello di destinare una spesa per la gestione di un gruppo di tecnici su Aps che sarebbe tutta in carico al Comune, anche se teoricamente potremmo avere dei ristori”.
“Per questo abbiamo frenato – ha aggiunto il Primo cittadino –. In.Va è un interlocutore autorevole e ha esperienza negli appalti per l’attività di Centrale unica di committenza, può esprimere professionalità elevate e ci permetterebbe di ottenere il finanziamento pubblico statale al quale non possiamo rinunciare”.
Diverso invece la questione Maggioli: “Questo impegno di spesa serve per l’acquisto di software di cui Maggioli ha il copyright e che faciliteranno la transizione digitale che l’Europa chiede e per la quale cerchiamo di attirare anche risorse anche extracomunali. È un’operazione indispensabile per liberare il tempi-lavoro dei dipendenti e per facilitare il rapporto del cittadino con l’Amministrazione pubblica. Non ha a niente che fare con il rapporto di collaborazione con In.Va”.