Potere al Popolo si presenta: “La stella polare del nostro programma è la Costituzione”
È stata presentata questa sera, martedì 6 febbraio, all’Espace Populaire di Via Mochet “Potere al Popolo”, la lista che candida Francesco Rappazzo alla Camera dei Deputati e Alexandre Glarey al Senato della Repubblica.
Sono stati tanti i temi toccati durante l'incontro con la stampa, solo una parte di quelli che vanno a costituire il programma, articolato in quindici punti. “La stella polare del nostro programma è la difesa ed il rilancio della Costituzione”, spiega Glarey. “Durante lo scorso referendum ci siamo battuti contro la riforma voluta dal PD, e troviamo paradossale che chi aveva votato per l’abolizione del Senato oggi vi si candidi”, è il riferimento esplicito a Lanièce. Centrale, per Glarey, è il concetto di autonomia: “Sull’autonomia c’è stato un gioco al massacro, perché è stata usata come un’arma di distrazione di massa per dare sempre la colpa a Roma: noi difendiamo l’autonomia come sistema di governo che avvicini il cittadino alla cosa pubblica, non quella dei notables, stile Union. L’indipendenza della Valle d’Aosta è un falso mito, alcuni punti, come trasporti e scuola, vanno inseriti in un contesto più ampio, nazionale ed europeo”. Su questo piano si inserisce la proposta di separazione tra le cariche di Presidente della Regione e Prefetto ed un’eliminazione progressiva del francese dai concorsi pubblici.
Rappazzo sottolinea come gli eletti a livello regionale non debbano essere degli ambasciatori in cerca di soldi e favori a Roma. Poi spiega che “Potere al Popolo crede nella condivisione della solidarietà, ed il primo pilastro è il welfare: non è possibile che 12 milioni di italiani rinuncino alle cure mediche per colpa del costo dei ticket, di cui chiediamo l’abolizione. La sanità deve essere pubblica e di qualità, non ci devono essere interferenze dei privati, come anche sul tema dei vaccini: siamo per una scienza libera, ma questa legge è sbagliata”. Sul fronte del lavoro si va dall’abrogazione del Jobs Act e del fiscal compact alla lotta all’evasione fiscale.
La lista punta molto su come diversi servizi, come l’autostrada o CVA, necessitino di diventare pubblici esulando da una logica del profitto, e sottolineando l’effetto controproducente del ricorso a privatizzazioni ed esternalizzazioni. Anche la scuola deve rimanere pubblica: “Non un euro deve essere dato alle scuole private”, dichiara Rappazzo. “La scuola deve formare criticamente il cittadino, non puntare solo alle professionalità”. Tra le altre cose si parla anche di diritti LGBT, con i candidati favorevoli ai matrimoni gay ed alle adozioni, di ambiente, con la necessità di incentivare la raccolta differenziata e ridurre gli imballaggi, e di pace e disarmo, con Glarey che sottolinea come le spese militari siano in costante aumento e rappresentino l’1,4% del PIL italiano.
“Non abbiamo i mezzi che hanno i nostri avversari”, conclude Glarey, “ma abbiamo entusiasmo e la certezza che questo sia il programma giusto per cambiare e per recuperare chi non vota e i delusi della sinistra”.