Quasi tutto unionista il nuovo direttivo dell’Assemblea dei sindaci

10 Luglio 2018

“Una scelta di continuità, con persone con cui si lavora anche da otto anni assieme, per poter prendere questo impegno con un po' di serenità ed essere sicuro che mi sia permesso di affrontare certe tematiche che sono pesanti e complesse”. Così Franco Manes, presidente del Cpel – l'assemblea che riunisce sindaci e presidenti di Unité della Valle d'Aosta – ha giustificato i quattro nomi scelti che lo affiancheranno nel direttivo del consorzio.

Tre dei quattro scelti – Riccardo Bieller, sindaco di Pré-Saint-Didier, Giulio Grosjacques di Brusson e Speranza Girod di Fontainemore – facevano parte già dello scorso direttivo a dodici, che per effetto della legge Madia è stato rinnovato oggi e diminuito a cinque componenti. A questi si è aggiunta Enrica Zublena, Saint-Marcel, nuova entrata: scelta, oltre che per le competenze individuali, anche per necessità di parità di genere.

I quattro aiuteranno Manes ad analizzare le delibere provenienti dalla Regione in materia di Enti locali, sulle quali l'assemblea esprime un parere non vincolante e può indicare richieste di modifica. Manes ha quindi dovuto sforbiciare il direttivo, un'operazione che ha definito “non facile: perché ho dovuto fare delle scelte”.

Esclusa Zublena, che ha dichiarato la sua indipendenza da partiti, tutti i componenti sono dell'Union Valdôtaine, particolare che ha aumentato il dibattito in aula e ha fatto sì che praticamente tutti i sindaci di altri colori politici chiedessero il voto segreto sull'elezione.

Uno dei componenti non rinnovato rispetto al direttivo uscente, Ronny Borbey, iscritto a Stella Alpina, è intervenuto in assemblea per manifestare alcune critiche nei confronti della squadra decisa da Manes: “Io avrei fatto un'altra scelta in questo momento, optando per una rappresentanza più etorogena – ha detto – se dobbiamo dare un segnale tra le varie forze, questo poteva essere l'inizio: tanti parlano di collaborazione tra autonomisti, ma quando si tratta di agire non lo si fa”.

Secondo la sindaca di Châtillon Tamara Lanaro, una maggiore eterogeneità politica avrebbe potuto “essere un punto di partenza per un nuovo progetto autonomista: la proposizione di candidati più rappresentativi delle varie forze – sostiene – poteva essere un'occasione”.

Di “questione di metodo” ha parlato il sindaco di Gressoney-Saint-Jean Luigi Chiavenuto e anche Franco Allera (Stella Alpina) e Lorenzo Graziola, primi cittadini rispettivamente di Cogne e Morgex, si sono mostrati critici. “Se questa scelta è in contrapposizione alla nuova maggioranza in Regione la comprendo, ma penso sia la strada sbagliata – ha detto il primo – penso che questa assemblea non si debba né appiattire né contrapporre nei confronti della Regione”.

Graziola parla di un “problema di carattere politico: si fa una scelta non consona ai momenti che stiamo vivendo”. “Ci siamo abbarbicati in un castello fatato – continua il sindaco della Valdigne – pensando ad un passato che possa essere futuro, ed è sbagliato: dovremmo cogliere i segnali dati dall'elettorato ed evitare scelte di questo tipo che vadano in una direzione univoca, senza un cambiamento né generazionale né politico”.

“Pur essendo un sindaco tesserato Uv la squadra l'ho fatta da solo – ha replicato Manes – tra l'altro se non fosse stato per la legge Madia saremmo arrivati con quella vecchia fino al 2020”. Il presidente ha poi fatto sapere di essere stato avvicinato, durante il tempo che avevo chiesto per decidere i nomi del direttivo, “da esponenti di tre forze politiche”.

“Francamente quello che ho sentito da questi tre personaggi mi ha offeso – ha detto il sindaco di Doues – da queste persone ho preso le distanze, totalmente, andando a dire per quali motivi io facevo le mie scelte in assoluta autonomia”. Motivi, quelli di Manes, che avrebbero anche mirato a rappresentare tutte le aree geografiche della Valle e le varie tipologie di Comuni presenti nel territorio.

La votazione, a scrutinio segreto, per il direttivo del Cpel – che dal 2010 si applica anche al Celva – è finita con 42 voti a favore, 17 no e 4 schede bianche.

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