Costi della politica, Raimondo Donzel non lascia: “Lo farò se me lo chiedono”

16 Febbraio 2017

“Non sento di dover dare le dimissioni ma sicuramente il Presidente e la maggioranza possono disporre del mio mandato e nel caso non farò resistenza alcuna, e per adesso nessuno me le ha chieste”.

Senza giri di parole Raimondo Donzel, dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sulla politica valdostana nel giorno di San Valentino, non lascerà il posto di Assessore regionale alle Attività Produttive.

Dopo aver chiarito la buona fede delle scelte, sue e del gruppo consiliare Pd, a domanda Donzel risponde seccamente: “Non sento di dovermi dimettere lavorato bene – spiega in conferenza stampa – ma c'è un Consiglio regionale ed una maggioranza che decide, io non voglio essere d'ostacolo ad un governo in cui comunque il Partito Democratico ha messo l'anima”.

Non solo, sulle voci di dimissioni che si rincorrevano in questi giorni aggiunge: “L'Assessore Donzel è convinto della sua innocenza, se mi dimetto è come se dicessi che ho accettato la sentenza fino in fondo e non lo faccio, non la accetto fino in fondo. Ritengo anzi di aver documentato con chiarezza che sulla vicenda non c'è ombra di peculato”.

E sui contributi previdenziali spiega: “Non è cambiata una virgola dalla conferenza stampa tenuta da noi all'inizio della vicenda, in messo non c'è nessun cavillo o trucco giuridico. Il Partito doveva versare una quota ai consiglieri, questa quota la versò invece il gruppo perché utilizzava personale del partito. Un giudice ad Aosta l'ha ritenuta valida, in appello vedremo di capire quale motivazione ribalta la prima sentenza, ma per noi la versione dei fatti non cambia”.

Oltre alla sentenza d'appello, poi, c'è la scelta dell'ex Segretario Pd di ricorrere in Cassazione. Non fornisce particolari, Donzel, ma commenta sibillino riguardo soprattutto la pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici: “Aspettiamo di leggere le motivazioni – chiude – ma da quanto dicono i nostri legali pare ci siano strafalcioni, anche da copia/incolla, con una non corretta indicazione per l'interdizione perpetua. I nostri legali stanno studiando la questione, ma sembrano emergere da subito elementi per un ricorso, che però saranno più chiari quando leggeremo l'intera sentenza”.

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