Regali a dipendenti e provvedimenti irregolari: la Corte dei conti bacchetta alcuni Comuni
Regali fatti impropriamente a dipendenti a fine carriera, documenti di spesa firmati direttamente dal sindaco e non dal segretario comunale, la mancanza quasi ovunque di un regolamento in materia: sono alcune delle irregolarità segnalate dalla sezione valdostana della Corte dei conti della Valle d'Aosta ai 74 Comuni della regione, nella relazione annuale sulle spese di rappresentanza riferita al 2015.
Ci sono anche aspetti positivi: queste spese sono in calo negli ultimi tre anni di rilevazione, in coerenza con l’obiettivo generale del coordinamento della finanza pubblica, che prevede "la riduzione, in particolare, delle spese facoltative e per consumi intermedi". Nel 2013 erano stati spesi 117 mila euro, l'anno dopo 93 mila, mentre nel 2015 l'ammontare arriva a 75 mila euro, con 17 enti che non hanno usato un euro.
La Corte ha evidenziato "innanzitutto l’inadeguatezza della regolamentazione degli enti, nonostante la citata assenza di una specifica disciplina legislativa". "I Comuni che risultano aver adottato un apposito regolamento delle spese di rappresentanza sono infatti soltanto cinque – continua il documento – Champdepraz, Châtillon, Fontainemore, Gressoney-La-Trinité e Saint-Vincent".
Andando invece nel dettaglio delle rendicontazioni ricevute, il tribunale critica "l’accollo ai bilanci dei comuni di Issogne, La Salle e Villeneuve delle spese per i pasti sostenuti dalle forze dell’ordine in occasione delle elezioni comunali, ancorché di importi esigui". Secondo le leggi in materia queste spese sarebbero dovute essere a carico della Regione.
La Corte contesta poi due esborsi: "il primo di 24,40 euro rendicontato dal comune di Brissogne per un regalo ad un dipendente in occasione del pensionamento, il secondo di 171 euro sostenuto da Saint-Rhémy-en-Bosses per l’acquisto di un omaggio per fine mandato del segretario comunale". Secondo la relazione queste spese "non sono finalizzate a soddisfare alcun interesse pubblico e sono dunque illegittime, non essendo inoltre legittimo riconoscere o favorire l’attaccamento del personale al lavoro e alle istituzioni con spese ulteriori rispetto a quelle consentite dalla disciplina del rapporto di lavoro".
La relazione cita nuovamente la voce del comune di Aosta riguardo al "servizio di addetto stampa luglio-ottobre: occorre segnalare – ricorda la Corte dei conti – che essa sarà oggetto di separato approfondimento in ragione della specificità delle criticità rilevate".
Al comune di Bard viene invece contestata "la spesa per un’animazione musicale rendicontata (100 euro, ndr) che non risulta classificabile come attività di rappresentanza, ma come erogazione di contributo finanziario, il quale avrebbe dovuto essere realizzato nel rispetto della specifica disciplina prevista dall’apposito regolamento comunale".
Ai comuni di Champorcher e Courmayeur la Corte ricorda invece che i provvedimenti di spesa per le attività di rappresentanza non possono essere adottati dai sindaci, ma devono avere la firma dei segretari comunali o dei responsabili di servizi: "La Sezione, pertanto, invita le due Amministrazioni comunali ad attuare e rendere concreto il principio della distinzione tra gli organi di direzione politica e quelli di direzione amministrativa dell'ente".