Rete Civica accusa: “I consiglieri regionali hanno le braccine corte”
Non è andato giù a Rete Civica il “muro di silenzio e anche di ostilità” manifestato dalla II Commissione, riunitasi martedì via Zoom, all’emendamento con cui i consiglieri di RC chiedevano ai consiglieri regionali di “ridurre del 20% le indennità di carica e la diaria e del 30% le indennità di funzione, oltre che di abolire il contributo ai gruppi consiliari, realizzando così un risparmio annuo di un milione di euro” che servirebbe per aiutare le fasce più deboli nell’emergenza coronavirus.
“I consiglieri regionali si tengono stretti i loro stipendi“, accusano, e “difendono le loro retribuzioni: dai 13.600 mensili lordi del Presidente della Regione (che prende poi anche l’indennità di Prefetto) e della Presidente del Consiglio, ai 6.000 euro lordi circa dei consiglieri senza cariche, passando per gli 11.800 degli assessori”.
L’emendamento presentato dalla consigliera Chiara Minelli ha riscontrato il favore dei soli Alberto Bertin (Capogruppo di Rete Civica) e Manuela Nasso (M5S), mentre contrari si sono dichiarati Stefano Aggravi (Lega), Roberto Cognetta (VdA Libra) e la Presidente del Consiglio, Emily Rini.
“E’ stato invece approvato un emendamento della presidente Rini e concordato nell’Ufficio di presidenza”, chiude la nota di Rete Civica, “che prevede la possibilità di fare riduzioni degli stipendi, su base volontaria, da parte degli eletti (cosa peraltro già possibile) e la decurtazione del 50% fino a dicembre 2020 del contributo mensile ai gruppi consiliari. Una “solidarietà” con le braccine corte!”.