Rete Civica: “No ad elezioni anticipate senza una seria riforma istituzionale”

23 Marzo 2019

“Rete civica, dai banchi dell’opposizione, si dissocia dal coro che invoca nuove elezioni subito, in un momento in cui non è ancora attiva la nuova legge elettorale a garanzia di un voto libero e non esiste la possibilità di un risultato che consenta la stabilità di governo necessaria ad affrontare finalmente i temi decisivi del lavoro, della salute, dell’inclusione sociale, dell’ambiente”. A ribadirlo in una nota è l’Assemblea riunitasi ad Aosta venerdì 22 marzo dopo un esame di vari aspetti della situazione politica regionale. “Intendiamo dedicare un forte impegno per delineare una riforma istituzionale che dia effettivo potere decisionale agli elettori e garantisca un governo stabile ed efficiente alla Regione”.

Rispetto alla discussione e al voto in Consiglio regionale sulla richiesta di dimissioni di Augusto Rollandin da Vicepresidente dell’Assemblea consiliare, Rete Civica sottolinea “il grande imbarazzo manifestato da una  parte consistente dell’Aula evidenziato anche dal risultato di stretta misura e dalla defezione, nel segreto dell’urna, di tre consiglieri di maggioranza. Solo l’assenza di un consigliere e l’apporto di una astensione dall’opposizione ha consentito a Rollandin di respingere l’invito  a  un passo indietro doveroso, considerato quanto emerso sul suo comportamento nell’Ordinanza sulla indagine Geenna e in altre recenti vicende giudiziarie. Invito che continueremo a sostenere con determinazione”.

In merito alla unificazione dei Gruppi consiliari regionali di Uvp e Alpe, Rete Civica esprime “sorpresa per le modalità con cui viene attuato un atto politico così rilevante: si afferma che “i movimenti politici devono tornare fra la gente” ma quella a cui abbiamo assistito è una operazione tutta di Palazzo, decisa da sette consiglieri regionali. Non abbiamo infatti avuto notizia di congressi o assemblee di Alpe e di Uvp per decidere tale unificazione”.

Rete Civica prende comunque  atto della scelta di Alpe di privilegiare il percorso di ritorno alla casa madre unionista rispetto a quello di costruzione di un polo progressista: “Siamo convinti che si tratta di una scelta che metterà a disagio molti elettori di Alpe e non solo“.

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