Revisione degli impianti a fune, bocciata la richiesta di un ulteriore anno di proroga

01 Marzo 2021

Che la montagna non sia stata al centro dei pensieri del Governo nazionale in questi tempi è cosa ormai nota. Un ulteriore dimostrazione della scarsa attenzione riservata a questo settore  arriva dal Decreto Milleproroghe, approvato nei giorni scorsi in Senato e che prevede che entro 120 giorni dalla conclusione dello stato di emergenza – ad oggi fissata al 30 aprile – le società debbano procedere con la revisione di quegli impianti a fune la cui vita tecnica è scaduta.

Una proroga di un anno delle revisioni era già stata prevista l’anno scorso, le regioni avevano però chiesto a Roma un ulteriore anno, anche in considerazione del fatto che quest’anno gli impianti a fune non sono entrati in funzione come nelle stagioni precedenti.  Era già successo nel 1990, ma questa volta la motivazione della proroga delle scadenze revisionali e delle scadenze di vita tecnica era legata alle scarsissime precipitazioni, con il periodo di inattività degli impianti superiore al 50% della durata media della stagione invernale. Questa volta però a fermare seggiovie e funivie è stata la Pandemia e le decisioni del Governo di non far partire lo sci.

In Valle d’Aosta sono una quindici gli impianti che devono procedere con la revisione, cinque quelli per i quali la proroga di un anno diventa essenziale. Oltre all’investimento economico, in un anno in cui le entrate sono state poche o nulle, la norma contenuta nel Milleproroghe metterebbe a rischio anche la stagione estiva di quegli impianti. 

Di “scarsa attenzione per i problemi gestionali delle società di impianti a fune e di poca conoscenza dei costi e dei tempi necessari alla programmazione delle revisioni” parla l’Assessore regionale agli impianti a fune Luigi Bertschy. 

A muoversi nei confronti di Roma era stata la scorsa settimana l’Anef che scrivendo ai ministri Giovannini e Mautone ribadiva la necessità di arrivare ad una proroga per non gravare ulteriormente sulle società, già provate dal mancato avvio della stagione sciistica.

Ristori: in arrivo un intervento della Regione

Nella stessa missiva Anef poneva la questione dei ristori per i 15.000 dipendenti, tra collaboratori fissi e stagionali e per le imprese, il cui fatturato aggregato annuo in media supera gli 1,1 miliardi di euro, generando peraltro un indotto per i territori tra 7 e 10 volte superiore.
Aspettando di capire come e quanto arriverà il Decreto Ristori 5, la Regione si sta muovendo per adottare in tempi brevi un intervento forfettario per il mese di marzo per quei lavoratori esclusi dalla Naspi. Oggi l’Assessore regionale Bertschy ha incontrato i vertici regionali dell’Inps, i sindacati e i consulenti del lavoro per quantificare la platea di potenziali destinatari del provvedimento, fra i 500 e le 1000 persone in tutto. Le risorse andranno in seguito trovate con una variazione di bilancio.
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