Riforma costituzionale, Uv e Uvp e la tentazione del “Ni oui, ni non”

11 Ottobre 2016

Quattro incontri sul territorio per analizzare in profondità la portata della Riforma costituzionale del Governo Renzi e decidere che posizione prendere rispetto al referendum del 4 dicembre 2016.

Prende tempo l'Union Valdôtaine che al Conseil Fédéral di ieri, lunedì 10 ottobre, di fatto decide ancora di non decidere. A comunicarlo è lo stesso Mouvement che rende note le parole del suo Presidente Ennio Pastoret: “Non è semplice né banale. Siamo L'Union Valdôtaine, abbiamo bisogno di fare una riflessione profonda come ogni volta che ci sono in ballo questioni che toccano l'Autonomia”.

Per questa riflessione l'UV si appoggia ai suoi elettori per, prosegue Pastoret: “condividere le opinioni e creare un dibattito con la base” e per fare “maturare nella comunità la volontà che ha a proposito del referendum” attraverso quattro incontri pubblici, ancora da definire, durante le prossime settimane. Necessità di discutere dovuta soprattutto alle perplessità unioniste su una riforma che, sottolineano, “di federalista non ha niente”.

Naviga ancora nell'indecisione anche l'Union Valdôtaine Progressiste, che per voce del proprio Presidente Luigi Bertschy, si dà tempo fino a fine ottobre prima di sbilanciarsi: “Abbiamo dato il via ad un confronto interno fra iscritti e firmatari – spiega – e ne abbiamo parlato qualche giorno fa durante il Conseil des Communautés. Stiamo organizzando anche noi degli incontri e pensavamo entro fine mese di tirare le fila con la convocazione di un altro Conseil”.

Insicurezze che, stando a Bertschy, derivano da diversi punti: “Sono stati confronti interessanti perché c'è stato tempo per discuterne, ed usciremo con una scelta condivisa e non fatta dalla direzione del partito come avvenuto per altri. Abbiamo rilevato tutti la necessità di riformare, ma siamo preoccupati per la debolezza per la clausola di salvaguardia. Non ci convince poi il fatto che sia una riforma molto centralista che poco ha a che vedere con Stato federalista che invece vorremmo”.

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