Rifugi, contributi e battaglie: nuovo scontro fra Regione e Cai
E’ sempre più scontro fra il Cai e la Regione Valle d’Aosta. A riaccendere nei giorni scorsi la miccia della polemica fra i due enti, da tempo divisi sulla questione del collegamento intervallivo Ayas- Cervinia, è stato il presidente della Regione Renzo Testolin. Nella consueta conferenza stampa di Giunta il capo del governo, parlando dei contributi concessi ai gestori dei rifugi, fra i quali figura il Cai, ha evidenziato come il Club alpino italiano “non sempre ci fa una buona pubblicità e nei confronti del quale l’amministrazione è comunque attenta a sostenere le iniziative di efficientamento dei rifugi da loro gestiti”. Parole che fanno il paio con quelle pronunciate ieri, durante la discussione sulla seconda variazione di bilancio, dall’Assessore al Turismo Giulio Grosjacques. “I contributi sono giusti e doverosi quando riguardano le loro proprietà nel caso specifico i rifugi sui quali in molti casi peraltro percepiscono lauti canoni di affitto (ovvio queste sono delle mie considerazioni personali) Le piste poderali sono benvenute quando raggiungono le loro strutture così come i voli in elicottero quando effettuano tali voli per i rifornimenti dei rifugi salvo poi sostenere l’attribuzione di patenti o bandiere nere da parte di Associazioni ambientaliste con le quali vanno a “braccetto” nella condivisione di esposti e ricorsi in tutte le sedi giudiziarie contro le iniziative di questa Amministrazione. Quindi bisognerebbe quantomeno essere conseguenti se effettivamente si persegue una linea. Anche se sono previsti da leggi regionali, bisognerebbe avere il coraggio di rinunciare a queste provvidenze per avere le “mani ancora più libere” per condurre certe battaglie”.
La presunta esclusione da Linea Verde
La risposta del Cai ovviamente non si è fatta attendere, accompagnata anche da un’altra denuncia: la presunta esclusione del Cai dalla trasmissione di Rai1 Linea Verde Sentieri.
Il Club Alpino italiano ricorda, infatti, come in 19 regioni italiane il CAI è partner della produzione, con un contributo finanziario ed il supporto tecnico dei Gruppi Regionali.
“Nelle due puntate realizzate in Valle d’Aosta – quella dedicata al Cammino Balteo nella zona di Machaby ci risulta dovrebbe essere trasmessa sabato 5 agosto – il Club Alpino Italiano non sarà presente, perché l’Amministrazione Regionale ha posto come condizione per il sostegno che non fossimo coinvolti, ed i conduttori hanno ricevuto la chiara indicazione di evitare qualsivoglia riferimento al Cai”.
Sui contributi ai rifugi, invece, il presidente del Cai Vda Piermauro Reboulaz ricorda come “esiste una legge dedicata, e vogliamo pensare che la concessione degli stessi abbia valutato tutti i parametri delle richieste; se così non fosse, ci sarebbe da preoccuparsi per ogni istanza presentata da qualunque soggetto. Ma vorremmo anche tranquillizzare gli amministratori pubblici, a tutti i livelli: ogni euro di finanziamento destinato al Club Alpino Italiano viene ampiamente restituito con gli interessi alla collettività, in termini di servizi e valorizzazione del bene comune”.
Tornando, infine sulla querelle Cime Bianche, il Cai VdA ricorda di non essere “andato allo scontro con nessuno, ma ha solamente ritenuto l’iniziativa pienamente rispondente alle sue prerogative democratiche di libera associazione nazionale.”
E poi aggiunge: “Al netto di tutte le imperfezioni ed i limiti del nostro volontariato totalmente gratuito, facciamo conoscere ed accompagniamo in montagna decine di migliaia di escursionisti ed alpinisti, italiani ed internazionali, e quando possibile ci impegniamo perché la montagna – l’ambiente – sia lasciata alle future generazioni senza ulteriori irreversibili alterazioni”.
Progetto Civico progressista si schiera con il Cai
A sostegno del Cai Vda si schiera anche Progetto Civico Progressista mettendo in un luce “un dato preoccupante: chi non è allineato alle posizioni del Governo e osa manifestarlo pubblicamente, incorre negli strali e forse, chissà, potrebbe anche in futuro non essere “premiato”.
Dalle parole dei due rappresentanti del governo regionale, secondo il movimento, emerge la logica che “chiunque dissenta dalle scelte della Giunta e della maggioranza regionale non dovrebbe più fare domanda di finanziamenti e contributi previsti dalle norme regionali, che sono finanziate con i soldi dei contribuenti. Ci chiediamo se di questo passo il governo dei cosiddetti Colonnelli arriverà a dire che i dipendenti pubblici che non sono allineati con il Governo, ma prendono lo stipendio, dovrebbero rinunciarvi per coerenza”.