Rinviata alla prossima settimana la soluzione del rompicapo Progetto civico progressista

22 Ottobre 2021

Il rompicapo Progetto Civico Progressista è ancora tale. L’incontro “interlocutorio” di ieri pomeriggio non ha portato ad una soluzione. Tutto rimandato alla prossima settimana, dopo le riunioni delle singole componenti e del tavolo di coordinamento di Pcp.
Nel Consiglio straordinario di lunedì i sette consiglieri si presenteranno in aula  ancora uniti in un unico gruppo, nonostante le due consigliere Chiara Minelli e Erika Guichardaz si siano spostate in minoranza e i cinque (Bertin, Malacrinò, Padovani, Guichardaz e Cretier) abbiano deciso di restare saldi in maggioranza.

A far discutere nel frattempo sono le dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal commissario del Pd VdA. “Quando avvengono le scissioni nessuno utilizza il nome usato in precedenza. E’ anche una semplice forma di rispetto” ha dichiarato Umberto D’Ottavio.

Secondo il Commissario “o si arriva ad un accordo del genere oppure le due consigliere che si sono messe in minoranza escano dal gruppo. Non c’è alternativa. Anche perché non ho mai visto da nessuna parte che 2 contino più di 5“. D’Ottavio evidenzia, quindi, come “Pcp non è un partito. Noi un partito lo abbiamo già e si chiama Pd. E in un governo di coalizione le decisioni non le prendono le assemblee, ma le forze politiche. I nostri interlocutori naturali sarebbero Rete Civica e Area Democratica, non un’assemblea consultiva che non ha alcun potere esecutivo”.

Parole che non sono piaciute a Chiara Minelli che non esita a definirle “del tutto inopportune, a mio avviso anche inaccettabili”, “l’esatto contrario di un atteggiamento dialogante e costruttivo, quale sarebbe utile nella delicata fase che stiamo attraversando”. L’ex Assessora accusa il Commissario di conoscere “pochissimo il percorso politico di questi ultimi due anni che ha portato alla nascita di PCP. Immagino che la sua idea sia piuttosto frutto della interpretazione che danno di PCP i consiglieri iscritti al PD, o altri esponenti di quella forza politica, che non fanno mistero di considerare PCP un mero cartello elettorale, una coalizione nata per affrontare le elezioni del 2020, una sorta di tram che ha permesso al PD valdostano ridotto ai minimi termini di “risorgere”.  Sulla questione delle forze politiche come interlocutori naturali, Minelli taccia il Commissario di “fenomenale arroganza, inaccettabile da parte di una forza politica che è rientrata in Consiglio regionale grazie al lavoro di tutto PCP”.

Sede Stella Alpina

Stella Alpina rivuole il gruppo consiliare

Il nuovo gruppo di maggioranza o il vecchio passato in minoranza non è però l’unica novità all’orizzonte in Consiglio valle.
A preparare un divorzio, sembra consensuale, è il gruppo di Alliance Valdotaine.

“Stella Alpina in vista del congresso del prossimo anno sta facendo delle valutazioni politiche per avere nuovamente un capogruppo” spiega il segretario dell’Edelweiss e Assessore alla Finanze Carlo Marzi.  “Anche con Alliance ne abbiamo parlato per condividere le tempistiche”. Una decisione che il Segretario ricollega più ad un marketing politico che non a dissidi con gli altri componenti del gruppo, il collega di Giunta Luigi Bertschy e Albert Chatrian. La nascita, o rinascita del gruppo Stella Alpina sarebbe dovuta avvenire già nello scorso consiglio, ma sarebbe poi stata rinviata.

Nata nella campagna elettorale delle regionali 2020, l’alleanza fra  Stella Alpina e Alliance Valdotaine aveva portato all’elezione di quattro consiglieri, due in quota Edelweiss (Marzi e Marquis) e altrettanti in casa Av (Chatrian e Bertschy).

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