Ripartono gli orti comunali di via Carabel, da quest’anno collaborerà anche il Ser.D

12 Maggio 2016

Riparte, anche se in realtà non si era mai arrestata, l’attività di coltivazione dei 135 orti comunali di via Carabel destinati agli anziani. Il progetto anche quest’anno vedrà la collaborazione dell’amministrazione con la Cooperativa degli anziani per l’autogestione, della Società San Vincenzo De’ Paoli, dell’Associazione Agricoltura Biologica e Biodinamica Valle d’Aosta dell’Uisp con la partecipazione del Ser.D, il Servizio per le Dipendenze dell’Usl.

“Questa iniziativa – ha spiegato l’assessore comunale alle Politiche Sociali Marco Sorbara – ha poca rilevanza a livello di spesa, 275 euro che coprono i dieci appezzamenti di terreno, ma con un’importante finalità di socializzazione e di miglioramento della vita per le persone anziane. È anche un messaggio di ‘restituzione’, non c’è più assistenzialismo ma un vero e proprio ‘welfare rigenerativo’”.

L’occasione, oltre a coinvolgere circa 130 ultrasessantacinquenni che coltivano gli orti comunali, è quella di creare un coinvolgimento più ampio e diversificato, con obiettivi diversi ma convergenti: “È una grande opportunità per gli anziani – ha spiegato Angela Bauso, Presidente della San Vincenzo –, sia per chi è più fragile, sia per chi ha bisogno di non essere lasciato solo”. “Sono attività forse un po’ ‘nomale’ per noi – afferma invece Ferdinando Carcavallo, Coordinatore dell’area ‘Stile vita e disagio’ dell’Uisp – ma un’opportunità soprattutto riguardo l’inclusione”.

Per Valérie Obino, dell’Associazione Agricoltura Biologica e Biodinamica – che ha inserito nel progetto anche insegnanti, studenti e giovani profughi che in via informale sono già andati a lavorare all’interno degli orti con mansioni di pulizia e di sostegno agli anziani – è anche “Un’iniziativa importante poter divulgare un certo tipo di agricoltura, per portare qualcosa in più a livello di salute e di alimentazione, e per la valorizzazione di un sito comunale anche dal punto di vista storico-naturalistico, uno spazio verde nel cuore della città”. Nuovi obiettivi li riconosce anche il Ser.D: “La riabiltazione non si fa con parole o con le medicine – ha spiegato invece il Direttore della struttura, Dottor Vincenzo Lamartora – ma con le attività di inclusione sociale. È importante non solo perché le persone sono socialmente impegnate, ma anche dal punto di vista relazionale. Spesso le patologie ti portano fuori dalle relazioni umane, e questa rappresenta la parte finale di un percorso di cura, di riabilitazione e di ritorno alla socialità”. 

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