Riunificazione autonomisti, Caveri: “Union Valdôtaine giusta destinazione per ritrovarsi”
La decisione degli autonomisti di ricompattarsi – il famoso gruppo degli undici – nella conduzione delle consultazioni per un nuovo o allargato governo regionale, riaccende la discussione sulla ré-union. Se ne parla da anni, ma ad oggi non si è mai giunti al risultato, né tantomeno si è arrivati a gettare le basi della riunificazione con la nascita di un unico gruppo allargato in Consiglio regionale.
A riproporre il tema è oggi l’Assessore regionale Luciano Caveri in un post sul proprio blog dal titolo “Il cantiere autonomista in Valle d’Aosta”.
“Chi come me abbia ormai tanti anni di esperienza coglie con preoccupazione le complessità che gravano sulla nostra piccola comunità e per questo bisogna mobilitarsi in fretta a favore di un solo, grande, partecipato, solido e accogliente movimento autonomista che dialoghi alla ricerca di un orizzonte certo per gli anni a venire” scrive Caveri.
“Come farlo? Io ho sempre detto, per storia personale e familiare, che la scelta più logica è avere la storica Union Valdôtaine, dove sono nato e cresciuto politicamente, come logica e giusta destinazione per ritrovarsi. Ma non bisogna farlo né chiedendo pentimenti per chi scelse di andarsene con le sue ragioni e neppure “uccidere il vitello grasso per accogliere il figliol prodigo”, come avviene nella celebre parabola dal Vangelo secondo Luca”.
Bisogna, secondo Caveri, riportare da “una pagina bianca senza dimenticare o omettere torti e ragioni degli uni e degli altri. Elementi che sono ormai storicizzati e dunque da considerarsi come passato. Chi si attarda a lambiccarsi se ne faccia una ragione, perché essere uniti prevale su tutte le paranoie e le arrière-pensée ed il tempo fugge se non si decide e l’attimo, in politica, è davvero “fuggente”. Così fu – foriera di una successiva crescita del mondo autonomista – la riunificazione che avvenne nel 1976″.
L’Assessore all’Istruzione individua come “collante” della ré-union “un nuovo Statuto da discutere in vista di una grande Assemblea per ricostituire sulla base di un programma d’azione per la Valle d’Aosta del domani. Regole chiare di funzionamento, una democrazia interna garantita, una presenza forte sul territorio, un uso sapiente dei nuovi mezzi di comunicazione, alleanze con realtà simili alla nostra in Europa e sulle Alpi, non occuparsi solo di elezioni ma di approfondire temi e argomenti. Sono tutti elementi che devono accompagnarsi alla fierezza per le nostre radici ed alla difesa della nostra identità culturale e politica con il particolarismo linguistico come finestra sul mondo. Bisogna davvero coinvolgere i giovani, oggi spesso distratti o smarriti, perché l’avvenire è il loro”.