Rollandin: “’l’acqua è una risorsa importantissima e non dobbiamo sprecarne neanche un po’”
“Acqua per le città: rispondere alla sfida urbana” era il tema della Giornata mondiale dell’acqua. Anche la Valle d’Aosta ha aderito e ieri ha dedicato un momento di riflessione al tema in un incontro a palazzo regionale organizzato dal Bim in collaborazione con la Cva. L’appuntamento è stato l’occasione per parlare a 360° di acqua in Valle d’Aosta. Ad aprire i lavori è stato il presidente Augusto Rollandin. Nel suo intervento ha parlato anche del tema che ha infiammato la polemica negli ultimi mesi, ovvero la costruzione di centrali idroelettriche. “Ormai guardano tutto con sospetto, senza motivo. Voglio ricordare che per noi l’acqua è una risorsa importantissima e non dobbiamo sprecarne neanche un po’”. Entrando nello specifico della giornata, “Acqua per le città”, Rollandin ha ricordato come anche Aosta non sia immune da problemi “e dopo anni deve ancora usare i pozzi, non potendo impiegare sistemi di ricaduta”, la situazione secondo il presidente sarebbe diversa se si fosse costruito “l’acquedotto del Monte Bianco, avrebbe coperto non solo Aosta, ma tutta la Valle”.
Il presidente del Bim, Julien Vuillermin ha sottolineato il passaggio della gestione del servizio idrico dai Comuni ai subato (sub ambiti territoriali), tema ripreso anche da Elso Gerandin, presidente del Celva, che ha aggiunto: “Il progetto di riorganizzazione, che passa attraverso un miglioramento del servizio, deve porre particolare attenzione affinché non si aumentino i costi di gestione, per non dover aumentare le tariffe. Una sfida ambiziosa che siamo pronti a cogliere e che richiede la collaborazione di tutti”. Incentrato sui numeri l’intervento di Riccaldo Trisoldi che, con la Cva, l’acqua la trasforma in euro: “Cva versa 135 milioni di euro in imposte, 20 in canoni idrici e nel 2008 ha registrato 80 euro di utile”. L’idroelettrico rappresenta la parte più importante nell’uso dell’acqua in valle: il 76 per cento è, infatti, dedicato al settore idroelettrico e industriale, il 20 per cento all’irriguo e il solo 2 per cento all’uso potabile.